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2021 nei libri: i migliori e i peggiori che ho letto quest’anno

Il 2021 è stato un anno particolare. In questo articolo farò un bilancio delle mie letture, in uno prossimo su tutto il resto.

 

Comincerò ricordando le serie che già conoscevo e di cui mi sono innamorata ancora di più leggendone i nuovi volumi. Kuma Kuma Kuma Bear, storia di una quindicenne che si ritrova in un altro mondo pseudo fantasy con un costume che le dà poteri fenomenali, non mi ha delusa. Riesce sempre a trovare un ottimo equilibrio tra i momenti felici e paciosi e altri di azione. The white cat’s revenge, un fantasy-romance, è purtroppo arrivato alla sua conclusione; adoravo quella serie, ma la (/il lieto) fine è sensata e mi ha lasciata con un sorriso. È finito anche Annals of Veight, uno dei fantasy che ho più amato negli ultimi anni e mi mancherà tantissimo.  Tearmoon empire è proseguito svelando segreti che aspettavo di conoscere da mesi e nonostante qualche difetto è una serie che amo e che consiglio. Hollowpox è il terzo libro della serie Nevermoor, simile ma migliore rispetto ad Harry Potter. Adoro Nevermoor e questo terzo libro non mi ha delusa, ma per motivi che io stessa fatico a spiegare gli preferisco i primi due. Un’altra serie che non mi ha scontentata è How a realist hero rebuilt the kingdom, il cui unico difetto è che devo aspettare dei mesi per sapere come prosegue. È un fantasy corale con molti personaggi ma anche spunti e rimandi colti.

Sono continuate anche le serie manga  Black Clover, Spy x family, Atelier of witch’s hat e One Piece. La prima e l’ultima vedono il profilarsi (lo scatenarsi nel secondo caso) di battaglie durissime e sono curiosa di sapere cosa accadrà. Spy x family continua a farmi ridere ed emozionarmi, mentre Atelier mi è venuto a piacere ancora di più; nonostante lo stile della bravissima disegnatrice faccia pensare all’infanzia, non è una storia per bambini. Quando chi scrive riesce ad aumentare la posta in gioco e far intravedere cose orribili o misteriose senza ricorrere all’horror o allo splatter bensì a uno stile di scrittura indiretto e suggestivo ha tutta la mia ammirazione.

 

 

Ma prima di deliziarvi con le nuove serie che ho conosciuto e vi consiglio, vi parlerò brevemente dei libri peggiori che ho letto quest’anno. Alcune di queste cantonate le ho prese di fila e mi hanno causato il blocco del lettore per settimane; perciò, se voglio recuperare abbastanza fiducia e salute mentale per tuffarmi nelle letture del nuovo anno senza più il peso di questi pessimi ricordi, li lascerò qua per non pensarci più. E per avvertirvi di scansarli.

Reincarnated as evil Alice è stata la mia prima lettura dell’anno e dalla premessa sembrava interessante: una giovane si ritrova a vivere come la protagonista del suo videogioco preferito, ma a causa dell’elevata difficoltà rischia di lasciarci le penne. Peccato che i personaggi siano incoerenti, la costruzione del mondo faccia acqua da tutte le parti e la trama non sia interessante nemmeno metà di quanto sembri. La fine era orribile (e non nel senso del finale tragico). Se non l’avessi letto su ebook avrei buttato il libro dalla finestra.

Dungeon busters prometteva di essere una parodia realistica di molti fantasy giapponesi, ma i buchi di trama e la crudezza estrema mi hanno impedito di finire il primo capitolo. A parte il fatto, tu autore apri le prime righe ripetendo quanto siano stupidi e illogici i soliti fantasy giapponesi ma poi costruisci un mondo non meno illogico: se i mostri sono una minaccia così frequente e così difficile da tenere a bada, come ha fatto l’umanità a sopravvivere e sviluppare una società pseudo medievale che vive tra mura del tutto incapaci di proteggerla? Perché?? Come??

Con Il circo della notte sono arrivata invece a pagina 73, sospinta dalla vana speranza che prima o poi avrei conosciuto meglio i personaggi, cosa li muoveva e come funzionava la magia, invece niente. Lo stile è verboso ma letterario e ben scritto e non mi sorprendo che ad alcuni sia piaciuto, ma l’estrema vacuità del contenuto – una volta sfrondato delle descrizioni – unita alla caratterizzazione insufficiente mi ha portata a bocciarlo. E a faticare per arrivare a pagina 73.

Il giallo della villa abbandonata è un altro libro che non sono riuscita a terminare. In una villa semi abbandonata viene ritrovato un quadro prezioso che cela indizi su una setta e oggetti magici… intrigante, no? Peccato che la storia sia fatta al 10% di personaggi tristi e/o più sfortunati di Paperino, al 10% di una trama che va a scatti e per il restante 80% di depressione allo stato puro. L’angoscia si mescola alla noia e alla tristezza senza mai farle diventare suspence.

Cheeshire crossing è invece un fumetto per giovanissimi che vede Dorothy, Alice e Wendy incontrarsi in una clinica mentale che vorrebbe studiare i loro poteri anziché crederle pazze e finire nei mondi che hanno visitato. È una storia piena di spigoli che non rende giustizia a ciò che rendeva magico unico e memorabile quei luoghi che vengono così sviliti e diventano poco più di uno sfondo grigio. Non sono riuscita ad affezionarmi a nessuno dei personaggi. Troppi spigoli, rabbia e urla.

The invincible shovel prometteva di essere una commedia fantasy; una principessa deve fuggire da un demone e viene salvata da un minatore che possiede una pala magica dagli immensi poteri. Quello che mi sono ritrovata in mano è però un porno dove la battuta “ah, guarda, c’è una pala magica” viene ripetuta all’infinito in varie salse. Non lo consiglio nemmeno ai fan delle 50 sfumature di grigio.

I swear i wont’ bother you again è stata un’altra delusione. Una nobile, condannata per un delitto, torna magicamente indietro nel tempo ed è intenzionata a non ripetere gli stessi errori e rinchiudersi in convento finita la scuola. Più della metà della storia è il monologo interiore della protagonista che ripete quanto si trovi male con la sua famiglia e suo padre in particolare. Ho capito, non serve ripeterlo ogni tre righe.

Almanacco dell’orrore popolare prometteva di essere una ricerca nel folklore horror italiano, invece è una collezione di mini-saggi che divagano tantissimo, divulgano informazioni a volte scorrette e palesemente non imparziali e non è nemmeno di agevole lettura. Niente arrosto ma tantissimo fumo, così tanto fumo che mi è finito negli occhi e non ho terminato il libro.

Bianco letale è il seguito di un giallo che mi era piaciuto, ma l’ho trovato così esasperatamente lento e noioso da non riuscire a terminarlo.

The detective is already dead sembrava una storia interessante: l’assistente di una famosa, abilissima detective si ritrova solo e spaesato dopo la morte di lei, ma viene contattato da una ragazza che la ricorda tantissimo. E se fosse lei? È più porno che altro e niente, né nei personaggi, nel mondo o nello stile è stato in grado di attirarmi o suscitare qualcosa che non fosse fastidio o indifferenza.

The reincarnated princess spends another day skipping story routes ha una premessa simile al primissimo libro di questa lista: una giovane che si ritrova a essere la protagonista di un videogioco ma rischia di fare una brutta fine. L’inizio era promettente, ma da un certo punto in poi non diventa altro che il continuo sproloquio mentale della protagonista che non sa cosa fare e dubita di tutto e tutti (e sparla di tutto e tutti). Ha dei pregi, ma i difetti sono troppi per riuscire a perdonarli.

 

Undici libri terribili. Ma adesso vi parlerò di tredici nuovi che ho amato e vi stra-consiglio! Reset! The imprisoned princess dreams of another chance narra di una principessa ingiustamente accusata che torna indietro nel tempo e deve evitare il tracollo non solo della sua vita, ma anche dell’intero regno. Ho letto i primi due volumi e nel complesso di tratta di un romance dolce pieno di elementi fantasy. Mi è venuto a piacere più di quanto credessi e siccome il secondo libro termina su un cliffhanger che rimette tutto in gioco sono impaziente di leggere il terzo.

Reing of the seven spellblades narra di un gruppo di ragazzi e ragazze che inizia a frequentare una scuola di magia. La filosofia della direzione è questa: “fai un po’ quello che vuoi, se ti ferisci o resti ucciso affari tuoi”.  I pericoli mortali e le lotte tra maghi – molto più resistenti dei non maghi – sono all’ordine del giorno e dietro le quinte si intravede una cospirazione in cui è coinvolto addirittura il protagonista… non è una storia per bambini, ma la consiglio a chi avrebbe voluto un Harry Potter più spigoloso.

Balan Wonderworld è il titolo di un videogioco che ha scontentato tutti e, contemporaneamente, del libro che ho letto e amato tantissimo. I personaggi vengono caratterizzati molto bene e così quei mondi che nel videogioco appaiono vuoti e insensati. Tutto viene svelato in un’alternanza di magie, tradimenti ed emozioni. L’unico difetto che riesco a trovare è che alcuni eventi si siano svolti senza essere narrati direttamente. Resta una storia bellissima che pur non essendo diretta ai bambini, può essere apprezzata a ogni età e mi ha fatta quasi piangere alla fine. Trovo che abbia qualcosa di natalizio.

I will cook with my fluffy friends è un fantasy- romance con sprizzi di magia e una caratterizzazione tendenzialmente ottima dei personaggi. È una storia (spesso) paciosa a cui mi sono affezionata tantissimo e di cui ho già parlato in abbondanza altrove.

L’edizione del Purgatorio illustrata da Gabriele dell’Otto e commentata da Franco Nembrini è stato un altro ottimo acquisto. Il testo di Dante diventa più facilmente comprensibile e le tavole illustrate sono stupende. Lo consiglio se si vuole riprendere in mano questo tratto dell’opera ingiustamente accusato di essere noioso.

A wild last boss appeared parte come tanti isekai; un videogiocatore sviene e si riprende nel corpo del suo avatar videoludico e deve adattarsi a vivere in quel mondo ed eventualmente cercare altri nella sua stessa situazione. Ma le cose sono molto, molto più complesse di quanto sembrino e nonostante il protagonista diventi sempre più potente radunando i suoi vecchi alleati, si profila uno scontro che potrebbe perdere.

La lotta “amichevole” contro la regina dei vampiri è però diventata la mia scena di lotta preferita per tutte le cose assurde e iperboli che succedono. Se si cerca una storia d’azione un po’ diversa dal solito la consiglio vivamente.

Reincarnated as a farmer è un altro isekai in cui un americano qualunque si ritrova in un mondo simile a un videogioco nel corpo di un fattore. Ambientarsi e imparare come aggirare le restrizioni che le strane leggi quell’universo hanno piazzato su di lui non sarà affatto semplice. L’ho amato perché è una mezza parodia di tanti archetipi e al contempo una storia d’avventura che si legge volentieri.

The npcs in this village must be real! Un disoccupato si mette a giocare a un videogioco in cui è il dio di un piccolo villaggio, ma il realismo della grafica e il fatto che riceva pacchi decisamente troppo simili ai doni sul suo altare in-game lo portano a pensare che quei personaggi non giocanti siano senzienti. Indirettamente grazie a loro ritrova la voglia di vivere, impegnarsi e cercare un lavoro. Niente scossoni o folli colpi di scena, ma nel complesso la storia non ne ha bisogno, ha un suo fascino e un che di rassicurante, soprattutto quando il protagonista si rende conto che il suo atteggiamento è la fonte di quasi tutti i suoi problemi.

Bofuri è una serie ancora più paciosa nonostante le scene d’azione; segue una giovane che si divide tra la scuola e un videogioco in realtà virtuale dove diventa uno dei giocatori più forti nonostante la sua inesperienza. è una storia tranquilla che si legge molto, molto volentieri e ha un mondo di gioco che è davvero difficile non voler visitare.

Shadows house è una serie manga a cui mi sono accostata e mi ha presa tantissimo. È ambientata in una villa piena di segreti e… abitanti particolari; questi ultimi sono umanoidi interamente fatti di fuliggine che perdono in continuazione e sono assistiti da bambole viventi. Cosa ci sia oltre quelle apparenze, quelle regole rigide e la villa stessa è un mistero che prende qualunque lettore nonostante il ritmo più lento rispetto ad altre storie. Lo stra-consiglio a chi sente il bisogno di una pausa delle storie di pura azione.

Dahlia in bloom parla di un’abilissima artigiana di oggetti magici improvvisamente mollata dal fidanzato; decide di mettersi in proprio e la sua vita rifiorisce, soprattutto dopo l’incontro con un cavaliere con cui stringerà una profonda amicizia… che cosa gli impedisce di andare oltre? Il fatto che entrambi abbiano avuto storie d’amore andate piuttosto male e non se la sentano di andare oltre i limiti dell’amicizia. I personaggi e tantissimi piccoli dettagli sul loro mondo mi hanno conquistata, ho divorato i primi due volumi e non appena uscirà farò altrettanto col terzo.

Infine L’alba del medioevo è un saggio agile quanto suggestivo e ben scritto sui primi secoli dell’età di mezzo. Lo consiglio a chiunque.

 

E voi? Quali sono stati i vostri libri top e flop del 2021? Scriveteli nei commenti, continuate a seguirmi e buone feste!

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