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Sogni e scrittura

I sogni influenzano la mia scrittura? In questo articolo la risposta!

Ci sono scrittori che si affidano alle proprie esperienze oniriche per stendere romanzi, ma non è il mio caso. L’idea per scrivere può venirmi da spunti diversissimi tra loro e molto spesso è una mia reazione davanti a libri che mi sembrano troppo uguali tra di loro: prendo una premessa simile e la sviluppo in modo originale, ma ciò non significa che sia totalmente chiusa alla mia immaginazione notturna. Difatti, posso citare almeno due occasioni in cui un sogno mi ha direttamente ispirata.

Di norma scrivo gli articoli per il blog un giorno prima, ma capitano frangenti in cui questo non mi è possibile e finisco per doverli buttar giù nel giorno stesso (ossia martedì e giovedì). Lunedì non ero riuscita a scrivere l’articolo e andai a nanna mentre passavo in rassegna possibili idee: avrei parlato del Natale? Delle icone russe? O di cosa mi faceva piacere i videogiochi? Tra uno spunto e l’altro mi assopii e sognai che durante una visita in Giappone incontravo Shigeru Miyamoto (il padre di Super Mario, Zelda, nonché uno di coloro che resero Pokemon il franchise che conosciamo). Si lamentò delle basse vendite degli ultimi giochi di Super Mario e gli suggerii cosa i fan avrebbero avrei voluto vedere in un futuro titolo del famoso idraulico. Tuttavia le cose non andavano come previsto perché subito dopo venne lanciato un trailer per il futuro gioco di Mario dove nessuna delle mie indicazioni era stata presa in considerazione; il gioco era diventata una storia a bivi lenta e piena di psicodrammi. Mi svegliai contenta che fosse un sogno e con l’argomento dell’articolo già deciso! Videogiochi.

Nell’altro sogno che mi ha ispirata, frequentavo una scuola per adulti perché una strana legge emanata all’improvviso lo imponeva a chi non guadagnava abbastanza e ai disoccupati. Le lezioni erano noiose e astratte, nonché tenute in enormi ville nobiliari riadattate a scuole, con vicoli ciechi, occasionali scorci bellissimi da film – tra cui, mi ricordo, un balcone interno e soffitti dipinti. Gli studenti si spostavano per seguire le lezioni (senza la possibilità di scegliere quali) e io ero in ritardo per la mia. Individuato un ascensore, tentavo di raggiungerlo ma era occupato, così andavo verso un altro, ma sbagliavo a premere il pulsante e invece di salire scendevo. Mentre mi rassegnavo ad arrivare ancora più in ritardo, mi accorgevo che le pareti dell’ascensore erano trasparenti e a un certo punto mostrarono un paesaggio meraviglioso dai colori pastello estivi vivissimi e accoglienti. Con il cielo sgombro di nuvole, la vista era così splendida, bella e piacevole da sembrare appartenere a un universo differente rispetto a quello dei piani superiori, pieno di gente irritabile e grigio per la pioggia continua. Continuavo a scendere e mi accorgevo di non essere sola: accanto a me era comparso un giovane alto, affascinante e in una divisa con guanti bianchi; sembrava uscito da uno di quei vecchi film dove gli uomini erano tutti gentiluomini sempre gentili e ben vestiti. L’ascensore arrivava al piano terra, in un giardino fiorito e dopo avermi fatto un cordiale cenno di saluto, il bel giovane si allontanava a grandi passi verso un edificio che per imponenza e splendore sembrava un hotel a venti stelle. Mi svegliai poco dopo, con quelle immagini ancora impresse: chi era quel giovane? Chi abitava in quell’edificio e com’era possibile un cielo diurno sottoterra? Le mie cellule cerebrali si misero in moto per trovare delle risposte e capii che era una scena troppo bella e intrigante per non usarla in un mio scritto. L’unico problema era quale: non sembrava confarsi all’Invasione del Paese già a soqquadro o altri libri che avevo in corso di scrittura. Poi mi ricordai di un progetto per cui avevo buttato giù una valanga di appunti con l’idea di ambientarvi un ciclo di romanzi, un mondo simile al nostro popolato da umani e numerosissime specie di mostri (non tutte nocive) dove la tecnologia, la cultura e la storia sono state plasmate da secoli di lotte (e aiuto reciproco) tra umani e mostri (nonché tra umani e umani per il potere). Un mondo dove avvengono devastanti fenomeni misteriosi e l’ignoranza sui mostri e sul passato può costare la vita.

È nata così La rivolta dei sogni, in vendita su Amazon a brevissimo! (L’ho pubblicato venerdì scorso ma Streetlib a quanto pare non ha nessuna fretta di assegnargli il codice ISBN e metterlo in commercio).

Vi ho incuriositi? Per Natale preferite letture a tema o vi lascerete guidare dall’ispirazione del momento? Fatemi sapere tutto nei commenti e continuate a seguirmi!

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