skip to Main Content

Io e il rosa

Il rosa è un genere letterario multiforme e assai praticato con cui non ho mai avuto ottimi rapporti.

Nella settimana di San Valentino, i consigli per le letture fioccano di storie d’amore e vedere cuoricini ovunque è normale come le decorazioni natalizie a dicembre (o almeno fa lo stesso effetto a me). Ma prima ancora di consigliarvi le migliori light novel rosa che ho letto, era opportuno dedicare un articolo ai miei rapporti con questo genere letterario.

Come anticipato, non sono mai stati buoni. Ad attirarmi, fin da bambina e poi ragazzina, erano le storie d’azione e di amicizia, quelle in cui il mondo era qualcosa di misterioso e affascinante da esplorare, capire e di cui svelare i segreti. Le storie d’amore, in tali frangenti, mi suonavano spesso o come una futile distrazione dalle parti più interessanti o come qualcosa di fastidioso e male inserito. Fin da allora notavo una certa tendenza a caratterizzare il/la partner del/della protagonista come privo/a di personalità (o insopportabile), inutile o dannoso nei momenti decisivi e rendere il suo unico ruolo finire nei guai e costringere i buoni a salvarlo/a.

Altri topoi che non ho mai digerito sono:

  • Quando dopo un 99% di tempo passato a illustrare liti, odi e crepe, queste ultime si ricompongono magicamente e sono tutti felici
  • Quando la storia d’amore non aggiunge niente alla trama o la rallenta o la ostacola in modi poco credibili
  • L’amore che diventa una forza magico-fisica che con un luccichio sfavillante e coreografico risolve elegantemente tutti i problemi
  • Quando dicono “è/era vero amore” ma i due in questione si conoscono da pochissimo tempo – e va bene i film Disney ricavati da favole, ma bisogna proprio che tutte le storie continuino a usare questo cliché?
  • Quando l’Amore viene presentato come cotta assurda che toglie il raziocinio ed è provata per qualcuno che a parte un bel faccino e/o un bel corpo non ha niente da offrire e ha la personalità o di un comodino o una cattiva, ma è bello/a allora va bene e perdere completamente il controllo è giusto, accettabile, nonché la dimostrazione che ci tieni.
  • Quando i topoi del sottogenere a cui appartiene il romanzo diventano una collezione di cliché e personaggi bidimensionali.

Potrei continuare, ma ormai avrete capito il punto: è difficile accontentarmi, se si tratta di storie d’amore. Ma se invece un libro è interamente un rosa? In tal caso mi fa l’effetto di un cioccolatino molto dolce: è buono, certo, ma mangiarne due di fila diventa stucchevole. Me ne tengo una piccola riserva da leggere e vi attingo quando ne voglia (raramente).

Adoro una storia d’amore quando è inserita in modo organico, connettendosi ai temi, mostrando entrambi i partner in questione come personalità interessanti e tridimensionali, con pregi, difetti – e, perché no? – segreti. La/il partner del/della protagonista può benissimo essere qualcuno che necessita del suo aiuto in certe cose ma lo/la supera in altre – come qualsiasi essere umano sul pianeta: nessuno è perfetto e a tutti può capitare di avere bisogno di una mano. L’ideale (per me) è quando il loro rapporto, dopo inizi più o meno facili, diventa dolce. Mi rendo conto che è chiedere veramente molto e i miei sono gusti anomali, ma non è impossibile a un buon autore.

E voi? Quali sono le vostre storie d’amore preferite? Ne leggete, preferite altri generi, o cercate romanzi che abbiano altre componenti oltre a quella amorosa? Fatemelo sapere nei commenti e continuate a seguirmi!

Questo articolo ha 0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top