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Umorismo: l’ingrediente segreto più potente

Umorismo; cambia forma a seconda di epoche, culture o gusti personali, ma ovunque resta un asso nella manica per chi scrive

 

Colpisce di più una tragedia quando avviene in un ambiente dove anche i muri suggerivano che stava per accadere qualcosa di brutto, o in un contesto solare, dove abbiamo visto i personaggi ridere e crescere insieme e ben poco aveva fatto presagire la catastrofe?

È più facile empatizzare per un personaggio che resta distaccato e serio tutto il tempo o uno che manifesta l’intera gamma delle emozioni, dalla gioia al pianto al grigiore di una giornata noiosa?

La forza della commedia è che può permeare una narrazione in modo da far risaltare ancora di più i momenti seri e importanti e farla amare a una grandissima platea, darle un sapore unico e trattare in modo (si spera) accessibile e intelligente temi rilevanti senza appesantire o suonare falsa.

Alcune sono piene di sarcasmo ma funzionano e sono amate appunto per il loro essere caricature che sparano contro tutto e tutti, mentre altre, più sommesse, hanno il sapore della vita quotidiana, dell’intrattenimento leggero e del lieto fine. Vi sono casi in cui non funziona perché ripete esausti cliché senza aggiungere nulla di nuovo (ahem, coff coff, cinepattoni) e non gode di buona fama presso i cultori della letteratura alta, ma nonostante ciò l’ho scelta per essere una delle colonne importanti della mia serie Camena.

Dalla comicità di situazione a quel velo di surrealtà che fa sorridere ma lascia aperte le porte per un’interpretazione e riflessione personali, le risate camminano accanto ai colpi di scena, ai momenti tranquilli e alla scoperta del mondo e dei personaggi. Personalmente fatico a leggere le storie cupe e tutte quelle che si consumano su una sola nota e tono; quelle multitonali riflettono meglio la varietà delle nostre giornate e pensieri.

Le risate e i momenti leggeri in cui i personaggi (e chi legge) riprendono il fiato tra un’avventura e l’altra e interagiscono fra loro in un contesto meno teso, sono importanti quanto quelli seri. Senza questi “spazi” di tranquillità si ha l’impressione che la storia vada troppo di fretta e vengono a mancare troppe opportunità per conoscere meglio i personaggi e il mondo (e, chissà, piantare i semi per futuri sviluppi ora insospettabili). Spesso sono quei momenti a restare più impressi a mancare di più quando l’adattamento in un altro format li elimina.

Sono stati scritti oceani di inchiostro sul riso e i suoi meccanismi, ma in questo mio breve articolo volevo solo spezzare una lancia a favore della commedia.

E voi? Leggete commedie e se sì di che genere? Fatemelo sapere nei commenti e continuate a seguirmi!

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