skip to Main Content

3 COSE CHE NON SOPPORTO NEI LIBRI

Può succedere: un libro ci incuriosisce, ne leggiamo qualche pagina (sia essa reale o virtuale nel caso di Amazon) e decidiamo se comprarlo o meno.

Tuttavia ci sono tre elementi che, se incontrati in questa fase, mi indurranno non solo a lasciar perdere l’acquisto, ma anche a pentirmi per averlo lontanamente considerato.

Il primo è il più facile da notare: lo stile. Per piacermi uno stile letterario deve avere un buon equilibrio tra asciuttezza e complessità. Una storia interessante narrata esclusivamente tramite frasi brevi, secche, talmente elusive da non lasciar capire nulla o eccessivamente lunghe piene di subordinate e dettagli inutili o già spiegati trecento volte è piuttosto difficile da leggere. The unwanted undead adventurer mi incuriosì per la sua trama: un avventuriero si ritrova inspiegabilmente trasformato in uno scheletro e lotta per riacquistare la sua piena umanità in un mondo costellato di misteri. Cosa mi indusse a interrompere la lettura e pentirmi per averla intrapresa? Lo stile: pagine e pagine di racconto in prima persona che ripete più volte cose già dette in perifrasi interminabili. Perseverai oltre il primo volume nella vana speranza che il narratore cambiasse focalizzazione mostrando il punto di vista di altri personaggi o il ritmo si velocizzasse.

Il secondo è un topos specifico delle storie d’amore: quando il/la protagonista x non si avvede che il personaggio y è innamorato/a di lui/lei. Se nell’estratto leggo qualcosa come “ecco il mio amico/a y: è tanto gentile e dolce con me, mi porta a mangiare in posti chic, mi regala cose e mazzi di fiori, quando gli guarda arrossisce e ha gli occhi a cuoricino e non capisco assolutamente perché lo faccia, non può proprio essere innamorato/a di me” il mio impulso è di lavarmi gli occhi.

Questione di gusto personale e della mia scarsissima tolleranza nei confronti di qualsiasi storia che tradisca subito la propria mancanza di originalità. Quante volte ci siamo imbattuti in una storia d’amore mielosa e poco realistica che fa uso di questo topos? Eppure ogni topos, se ben usato può creare buone storie; vedere che non sempre gli autori lo fanno è frustrante. Non mi credete? Il corteggiatore potrebbe essere vittima di un incantesimo andato fuori controllo e flirtare con qualcuno che prima non sopportava (e non gli crede), scatenando una serie di eventi politici, magici o reazioni inaspettate da parte di altri personaggi, oppure il/la corteggiato/a potrebbe avere una scarsissima autostima motivata da una storia passata tragica o misteriosa che spiega in pieno il suo non accorgersi della suddetta corte. 

Il terzo elemento che mi induce a non comprare un libro è se mi accorgo che urta una mia profonda sensibilità: ad esempio, non riuscirei a leggere una storia in cui picchiare le donne è considerato come qualcosa di romantico. Oppure storie che dileggiano cose a me care su cui non mi permetterei di scherzare (e magari mi rendo conto esserci delle inesattezze già nella quarta di copertina).

Altre cose mi disturbano nei libri ma ne parlerò un’altra volta.

E voi? Cosa vi induce a evitare un libro già a una prima occhiata? Preferite storie molto originali o frequentate sempre degli stessi generi? Scrivete quali nei commenti e continuate a seguirmi!

Questo articolo ha 0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top