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Io e i webtoon

Io e i webtoon, ossia i motivi per cui li ho amati e quelli per cui li ho mollati

 

Ci sono storie, a fumetti ma non solo, progettate per poter essere lette verticalmente da dispositivi come cellulari e smartphone e vanno sotto il nome dell’omonima app, una delle più famose a cui attingerle (ma non l’unica). Queste storie possono appartenere a qualsiasi genere, ma quelle di cui sto parlando e di cui esiste un numero pressoché sconfinato appartengono al sottogenere chiamato reincarnated villainess. La trama ricorrente vede una persona x morire e reincarnarsi nel mondo di una storia che conosce ma nei panni della/del cattiva/o della situazione e costretta a sopravvivere in una società nobiliare pseudo medievale con magie, intrighi, cerimonie e relazioni interpersonali complicate. Ci sono variazioni a questo canovaccio: la protagonista può essere nativa del mondo ma tornata indietro nel tempo e deve prevenire la propria esecuzione e/o gravi disastri, il tono può essere cupo e teso oppure molto rosa e scherzoso, fatto sta che le storie di cattive (villainesses in inglese) in cerca di redenzione sono molto frequenti e popolari.

 

Sono in un’età in cui topoi tipici del fantasy come il povero orfano sfortunato, l’eroe/eroina senza macchia e senza paura e i bambini che si trovano a salvare il mondo non hanno più la presa di una volta e le storie che li presentano finiscono per non attirarmi granché. Eppure continuo ad amare il fantasy e cerco storie che recuperino alcuni di questi “cliché” facendoli sembrare freschi, diversi, inserendo qualcosa di differente in grado di farmeli (ri)amare come un tempo. Le storie delle cattive in cerca di redenzione spesso fanno proprio questo: la/il protagonista può apertamente deplorare che gli altri personaggi si comportino da personaggi o che la storia in cui si trova abbia cliché prevedibili, ma i personaggi e la storia continueranno a seguire quei binari (o almeno finché lei/lui o altri imprevisti li spingeranno ad agire diversamente).

Le storie che decostruiscono i loro stessi meccanismi possono risultare molto pungenti, oppure essere cupe, noiose e piene di odio, ma non è questo il caso. Sono fiabe d’amore interessanti e complesse, sognanti, oppure piene di avventure, intrighi e misteri (dipende dai singoli casi).

Questa capacità di decostruire con amore e giocare con cliché noti è uno dei motivi per cui le amo, l’altro è per come riescono a sfumare tra fantasy, fiaba, intrigo, rosa, magia, saghe, dramma (ma non troppo, fatico a digerirlo) … ho un debole per le storie che contengono più generi.

E poi c’è lo stile del disegno: devo ancora incontrare qualcuno a cui non piacciano primi piani di personaggi esteticamente bellissimi o sfondi sognanti in cui piovono petali e stelle o svettano castelli da fiaba.

Se queste storie di ex cattive sono così belle, perché ho smesso di cercarle?

Innanzitutto per via del medium: spesso gli autori dei webtoon vengono pagati in base a quanti dei lettori decidono di pagare per leggere in anticipo il prossimo capitolo della loro storia. Questo fa sì che alcune di queste storie siano create in modo tale da creare dipendenza nei lettori piuttosto che raccontarsi al meglio; un conto è catturare i lettori usando il proprio estro, un altro è allungare il brodo o far intendere volutamente lucciole per lanterne. Capita che la premessa di una storia sia fantastica ma essa peggiori nelle uscite successive, diventando banale, noiosa e lentissima, fra errori di trama, incoerenze nella caratterizzazione dei personaggi e qualunque altra cosa/ostacolo possa allungare il brodo rimandando la risoluzione della storia, non importa quanto possa essere ridicolo o improbabile. X può essere in imminente pericolo di vita ma riceve l’invito a un picnic tra i campi e allora perché no? Pure i sassi hanno capito che Y è cattivo e ha commesso centomila crimini, ma nonostante i buoni ne abbiano le prove, tergiversano e non intervengono … perché?

Per tacere di tutte le infinite storie d’amore tossiche, quelle perlomeno discutibili e quelle riassumibili come “X deve fare l’amore con Y per (inserire pretesto cringe, di solito è una maledizione), mille casini per riuscirci, poi X deve farsi da parte per (inserire il suo pretesto cringe, di solito scampare al disastro che in realtà non può più avvenire) ma Y se ne è innamorato/a”. O dei finali insoddisfacenti e affrettati, delle storie lasciate in sospeso e di quelle che a risolverle basterebbe una chiacchierata assennata di cinque minuti tra i personaggi.

Non tutti i personaggi, poi, cliccano. Ci sono cattivi pessimi che Gargamella levati proprio il cui unico proposito è creare drammoni senza ragione, rimandando il più a lungo possibile il momento in cui vengono puniti tra gli applausi dei lettori abbastanza pazienti da sorbirsi trecento capitoli. I cattivi che sono cattivi al 100%, quelli di cui basta sentire il nome per farsi bollire il sangue, esistono da sempre e possono funzionare, ma non in ogni caso, non se hanno più attenzione e influenza di quanta ne meritino e abbia senso. D’accordo, Z è un nobile malvagio, ma al tre miliardesimo contadino scannato/atto di incompetenza che mette il regno in difficoltà/tentativo di corruzione, forse anche la corona inizierebbe a pensare che è il momento che si calmi. Perché, se D ha fatto di tutto per liberarsi di E non escludendo l’omicidio e vilissime tecniche di manipolazione e abuso, fa scenate di gelosia e possessività verso E non appena E cambia vita e si mette con un/a partner migliore?

Per tacere di protagoniste femminili (ma anche maschili) piatte e passive, senza alcuna forza d’animo o volontà, o viceversa così forti da poter letteralmente conquistare il mondo avendo contemporaneamente ragione su tutto e zero difetti. Una via di mezzo sarebbe gradita, ma forse sono io che accampo pretese assurde.

Un buon conflitto è interessante, ma se è quel tipo di dramma che si trascina all’infinito a scapito di ogni logica e dei nervi di chi legge, o la cui storia concorre per il primo posto della categoria “Chi Mantiene Più A Lungo L’Angst”, no grazie – di nuovo, gusti personali. Questi ultimi possono anche mettersi per il traverso dello stile letterario e/o grafico.

Ci sono casi in cui vi è una leggerezza eccessiva che stona con i toni prevalentemente cupi e spigolosi al punto da andare contro il messaggio (fidarsi è bene e bello, ma se è il bastardo che ha incendiato tutti gli orfanotrofi del regno anche no).

Senza contare che la bontà e comprensibilità dei dialoghi dipende non solo dalla bravura dell’autore, ma anche da quella del traduttore. Vi sono casi in cui i fan decidono di tradurre autonomamente opere che altrimenti resterebbero confinate nei paesi d’origine (Giappone, Corea, Cina) oppure dietro un paywall e non è scontato che la traduzione inglese sia di buona qualità.

 

Temo di avervi dato più ragioni per evitare che per cercare questo tipo di storie, ma questo è contemporaneamente uno sfogo e una lettera d’amore nata dall’esperienza.

Appresi dell’esistenza di queste storie dai post di Pinterest, mi incuriosii e finii a capofitto nella dipendenza. Ogni mese leggevo decine e decine di queste storie, ma il numero di quelle che scartavo dopo aver letto la sinossi o i primi capitoli è molto più alto. Era diventata un’ossessione e le storie per cui vale la pena farsi prendere così sono poche. Mi resi conto che quelle che mi erano rimaste nel cuore erano un’esigua minoranza e che aveva più senso aspettare (e sperare) che le migliori emergessero da sé e venissero rifatte in forma di romanzo, in un rilascio ufficiale e meglio curato soprattutto dal punto di vista della traduzione.

L’ho toccato con mano con Lady Rose wants to be a commoner; la versione online gratis ha una traduzione peggiore e meno comprensibile rispetto a quella del primo volume del manga omonimo uscito recentemente per vie ufficiali.

Continuo ad amare le storie di cattive in cerca di redenzione o vendetta, ma le preferisco nei formati che mi sono più congeniali: romanzi, fumetti o manga che per leggerli basta girare la pagina, non aspettare mesi, pagare in anticipo o scorrere dall’alto al basso di uno schermo litigando con la pubblicità.

 

E voi? Leggete i webtoon o preferite evitarli? Fatemelo sapere nei commenti!

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