skip to Main Content

Letture di marzo

Letture di marzo, tra sorprese, gioie e una quantità non indifferente di TBR da smaltire

 

All’inizio di questo mese avevo accumulato dei libri e verso la fine ne ho accumulati ancora di più, dopo aver visitato Bookpride a Milano (fiera dell’editoria indipendente).

 

San Tommaso D’Aquino è un’agile biografia del santo scritta da Chesterton quasi un secolo fa, ma è rimasta attuale e di piacevole lettura. Per me è stata una rilettura accidentale; tempo fa ne avevo acquistato la versione ebook e non me lo ricordavo, ma è stato comunque bello ripercorrerla. A tratti può risultare lenta, ma resta un ritratto affascinante di uno dei giganti del pensiero occidentale e cristiano che meriterebbe di essere più amato e conosciuto (anche) dal grande pubblico.

L’incipit in cui il santo dice che una mela è una mela e chi non è d’accordo può uscire dalla classe è qualcosa che avevo bisogno di sentirmi dire, in questi tempi confusi e non credo di essere l’unica.

 

Surviving in another world as a villainess fox girl. Storie di gente che finisce reincarnata a vivere in mondi di storie che conosce ne ho lette parecchie, ma questa è in assoluto una delle più noiose. Il 5% è una premessa carina, il 10% ci fa conoscere i personaggi, ma il restante 85% sono commenti inutili che rallentano tutto ed è davvero troppo per passarci sopra. Da evitare.

 

The fiancee chosen by the ring volumi 2 e 3. È un manga di genere rosa di ambientazione finto-medievale dove c’è la magia e non trovi una persona brutta neanche a pagarla, ma è il bello dell’escapismo. Non è chissà che capolavoro di originalità, ma i personaggi principali sono carini, soprattutto lei; è bello vedere una protagonista umana e non esageratamente imbranata o caricaturale, per una volta. Il finale del secondo volume mi ha fatto girare gli occhi, ma la sua risoluzione è stata un mezzo spasso, altre svolte della trama uno spasso intero e una pura gioia per gli occhi (e non solo). Lo stile dei disegni è molto gradevole, ma non inizia a esserci in palio nulla di veramente importante fino alla fine del terzo e non è per forza un difetto. Continuerò volentieri la serie e ve la consiglio se cercate un’opera di questo tipo senza scene piccanti.

 

La beata Caterina Emmerick e l’aldilà. Una lettura che avevo iniziato il mese addietro e mi ero trascinata con fatica nonostante la scarsa lunghezza per poi finirla a marzo. A volte le vite di santi possono dare un senso di conforto e ispirazione, ma confesso che in questo caso ho provato anche una forte inquietudine (come forse era inevitabile, dato l’argomento). Resta una lettura profonda e affascinante, ma non mi sento di consigliarla a tutti.

 

Shangri-la frontier. È il primo volume di un manga d’azione con cui prima o poi mi rimetterò in pari perché è stata una delle letture migliori del mese. La gag con cui si apre mi ha fatta ridere un sacco, soprattutto quando ne viene dato il contesto. In un mondo dove ci si può immergere nella realtà virtuale dei videogiochi come mai prima, seguiamo le avventure videoludiche di un protagonista molto bravo e conosciuto in questo ambiente che decide di provare un titolo di ultima generazione, invece che cercare sfide più difficili in quelli fatti male e un po’ vecchi. Scopriamo assieme a lui il mondo del gioco, uno dove i personaggi non giocanti sembrano fin troppo realistici, si possono vivere mille avventure, comprese alcune non riportate da nessun forum e ci sono segreti che fanno pensare che quel mondo non sia soltanto un gioco. L’unico punto debole dell’opera è che non posso consigliarla se non a chi piacciono i videogiochi, perché a tutti gli altri potrebbe risultare un po’ criptica, dati i continui riferimenti a quel tipo di sottocultura.

 

Even with the appraiser class i am actually the strongest. A volte, quel tipo di storie in cui il protagonista parte svantaggiato ma riceve un potere speciale/un grosso aiuto con cui si tira fuori dai guai, si vendica e trova un posto migliore nella società può risultare terapeutico o piacevole, meglio ancora se ci mostra un mondo magico tutto nuovo da esplorare. Questa storia, sfortunatamente, non rientra in questa casistica. È estremamente noiosa e prevedibile in ogni suo aspetto: nella trama, nei personaggi, bel mondo, è tutto in bianco e nero, già rivistissimo un triliardo di volte. Il fatto che il protagonista svantaggiato riceva l’aiuto che lo rende fortissimo dopo un allenamento lunghissimo e durissimo da parte di un istruttore sadicissimo perché – non sto scherzando – ringrazia un albero è di un’idiozia assoluta. Quando non provavo noia provavo cringe ed è stata una delle letture peggiori del mese, se non la peggiore.

 

Manifesto contro l’editoria è un pamphlet di GOG edizioni che apre la lunga rassegna dei libri che ho comprato alla fiera. È uno dei due libri che mi ha chiamato e ho comprato subito senza esitare. È una disamina del sistema editoriale italiano in tutte le sue storture, ingiustizie e spietatezze in tono polemico e satirico. A tratti mi ha fatta ridere e ha più ragione di quanto vorrei; è un sistema che rende difficile la vita a quasi tutti, soprattutto se non sei già una celebrità e ti ci affacci per le prime volte. A tratti può sembrare eccessivo, ma è una verità che di autori italiani veramente bravi che diventano classici alla maniera della Rowling non ce ne sono quasi per nulla, nonostante le stellari recensioni che vengono lasciati su mille e mille libri. Non ha ipocrisia, a differenza dei salotti buoni, coff coff coff.

 

Il colpevole è innocente. Un libro che avevo comprato per il viaggio in treno verso la fiera; consta di tre romanzi brevi che sono gialli della vecchia scuola. Il primo è di Stanley Gardner ed è stato il primo contatto che ho avuto (e mi sa l’ultimo) con Perry Mason, il secondo è di Arthur J. Reeves e l’ultimo di Austin Freeman. Mi sono piaciuti in ordine crescente: il primo è formulare e prevedibile, il secondo ha un’atmosfera particolare e memorabile, il terzo è una gemma favolosa senza sbavature, forzature né lungaggini.

 

The disowned queeen runs a detective agency. Il primo volume in ebook di una serie di romanzi che sono piuttosto incerta se proseguire o meno, perché se la premessa, l’ambientazione e l’atmosfera sono favolose e inducono un fortissimo senso di curiosità, altrettanto non si può dire per i personaggi e i rapporti fra essi. Le dinamiche oscillano tra il decente, il meh e il cringe più totale (vedi quando lei si presenta come guerriera fortissima che fa questo mestiere da sempre ma fallisce miseramente ogni volta e deve farsi salvare da lui, o lui che è molto, troppo vacuo). La tensione tra i due protagonisti non funziona come crede l’autore e verso la fine diventa un cringe insensato: perché lei non lo smaschera anche se sa tutto? Perché non si mettono insieme apertamente, visto che hanno solo da guadagnarci a collaborare? La fascinazione verso il detective è solo cosmesi da sbattere in copertina e oserei dire che Paperino farebbe quel mestiere con altrettanto acume di lei, se non meglio.

Assieme al libro precedente, l’ho finito durante il viaggio aereo di quattro ore con ritardo di altre quattro e questo potrebbe aver contribuito a formarmi ricordi non del tutto positivi. Lo consiglierei solo a chi cerca quel tipo di rosa/action che la tirano per il lungo.

 

Piccola guida tascabile agli oggetti di uso quotidiano in letteratura è il primo dei libri che ho comprato alla splendida bancarella di ABEditore. Al pari degli altri, aveva una copertina meravigliosa e riusciva nella non facile impresa di presentare al meglio l’horror europeo dei tempi andati. È un’antologia di racconti brevi di paura accomunati dal ruotare attorno a un oggetto, diverso ogni volta. I più belli sono stati La finestra aperta, La miscela perduta e il tragico ma notevole La campanella di Nyrob. Non vado matta per i racconti brevi, ma questa raccolta mi ha proprio gustato (ed era piccola di taglia, perfetta da mettere in valigia per le vacanze).

 

Il secondo libro che ho letto e finito a Lanzarote è l’affine Piccola guida tascabile ai luoghi da non frequentare in letteratura, un’altra antologia di vecchi racconti brevi a tema horror, stavolta legati a un luogo sempre diverso, ma rispetto alla prima l’ho trovato più deprimente. Troppi morti, tristezza e tetraggine per i miei gusti (presenti assai meno nel libro precedente), ma La casa vuota è un capolavoro assoluto e risultano inquietanti in senso positivo, specialmente oggi, L’addormentatrice (che parla di eutanasia due secoli prima che questa parola venisse coniata), I prigionieri di Longjumeau e Il sibilo.

 

Gatti, dolci e delitti è un altro acquisto che ho fatto alla fiera, dove mi ha attirata il gattone in copertina e le parole del titolo: adoro i gatti, i dolci, il cioccolato e i gialli non mi dispiacciono, che scuse avevo per non prenderlo? I due gialli che lo compongono non sono capolavori, ma non tutti i libri devono esserlo per forza. Di questi tempi leggere di un matrimonio che funziona senza che muoia uno dei due è una mezza rivoluzione; a tratti sembra il Mulino Bianco, ma ci può stare e le storie reggono bene e sono piacevoli, anche se la seconda è più cupa rispetto alla prima. Non escludo di recuperare il precedente, nonché primo, libro della serie.

 

Cinque santi tra fede e ragione è il penultimo dei libri che avevo accumulato dopo una botta di shopping alla libreria religiosa vicinissima a dove lavoro ed è stata un’ottima lettura. Aiuta a comprendere cosa si intendeva per ragione (è anche maturità, non soltanto stringhe di processi logici) e a comprendere come sia possibile un rapporto di collaborazione con la fede. Aiuta a vedere le cose meno in bianco e nero e a conoscere altri giganti del pensiero occidentale cristiano che meriterebbero di essere più studiati e amati. Non è molto lungo ed è anche scorrevole e non trovo motivi per non consigliarlo a tutti.

 

Breve trattato sulla divina provvidenza è stato l’ultimo dei libri suddetti; mi aspettava a casa e ci ho messo non poco tempo e concentrazione a finirlo. Non è molto lungo, ma è piuttosto denso e a tratti dà le vertigini. In senso positivo, ma non mi sento di consigliarlo a tutti, magari solo a chi vuole approfondire certe riflessioni cristiane e cattoliche sul tema del titolo.

 

Spy x family, decimo volume del manga. Non ero assolutamente preparata alla tristezza del passato di Twilight. La seconda metà della storia è più leggera e assistiamo con un sorriso agli sforzi di Yor di farsi delle amiche tra le mamme delle compagne della figliastra, ma la prima è un tragico capolavoro.

Non sto a fare il riassunto della serie perché è un po’ complicato ed è una famosa.

 

Shadows house, undicesimo volume del manga. È il secondo dei manga che ho preso dopo essere passata in fumetteria perché evidentemente non avevo abbastanza libri e prosegue l’intricata storia dei volumi precedenti. I lettori sanno già l’orribile verità che si cela dietro alla villa e alle sue regole, la domanda è: riusciranno i protagonisti umani e non a uscirne? Come vivono gli umani che ne sono all’oscuro? Cosa combineranno gli antagonisti che devono allontanarsi dalla villa? Curiosità e tensione non vengono meno, impresa non da poco per un’opera spesso ambientata in spazi chiusi e dal ritmo lento.

 

Pubblicare un libro me l’avevano dato gratis a una bancarella dopo che gliene avevo presi altri tre ed è il controcanto perfetto di Manifesto contro l’editoria; se quest’ultimo mette in luce con veemenza satirica tutti i dettagli (e guasti) dell’editoria italiana, il primo la celebra con cortesia perfino eccessiva e presenta le tante porte aperte a disposizione di chi vuole pubblicare libri. Non è tutto oro quello che luccica e serve un po’ di esperienza previa per leggere tra le righe di questo libro, ma mi ha dato comunque degli spunti validi. Al contempo mi ha confermato dei sospetti, ma nel complesso sono contenta di averlo letto e lo consiglierei anche ad altri esordienti.

I viaggi di Sirio è il secondo libro che ho comprato alla fiera presso la bancarella della casa editrice Acquarius. È una storia di fantascienza per bambini, ma nella sua semplicità ha un pathos, un plot twist, un finale e una bellezza intrinseca superiori a tantissime opere scritte per adulti. Il come non lo so nemmeno io, ma sono contenta di averlo letto e non esiterei a consigliarlo, purché non vi aspettiate niente di diverso da una storia per bambini ben scritta.

 

Il futuro elettrico parla dei benefici, ma anche dei costi e dei non pochi aspetti contradditori della transizione verde di cui si parla così tanto nei giornali. Ha l’onestà intellettuale di non nascondere i lati negativi, oltre che parlare di quelli positivi, ma non è del tutto privo di contraddizioni, retorica e spocchia. Contiene comunque molte informazioni interessanti e curiosità e mi sento di consigliarlo a chiunque voglia capire qualcosa di più sulla materia. A tutti, in sostanza. Anche questo un buon acquisto alla fiera.

 

E voi? Cosa avete letto di bello, a marzo?

Questo articolo ha 0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top