Ci sono libri, serie e personaggi da cui troviamo difficile separarci, ma prima o poi arriva il momento in cui finiamo una storia e ci chiediamo: e adesso? A quel punto partiamo alla ricerca di nuove storie, ma cosa succede se questa fase di ricerca si protrae per anni?
Questo articolo racconta di come sia rimasta per (troppi) anni a secco dalla mia dose di fantastico per poi trovarla in un luogo inaspettato.
Fin da piccola avevo una robusta immaginazione e amavo alimentarla tramite storie di fantasia: Roald Dahl, J.K. Rowling e Geronimo Stilton erano alcune delle mie letture preferite. Tuttavia, al giungere prima della pubertà e poi dell’età adulta, quelle storie cominciarono a non bastarmi. Il problema non era la mancanza di storie per giovani adulti, ma la mia estrema selettività: non ero interessata alle storie romantiche e non mi piacevano quelle troppo cupe, quelle che costringevano il lettore a una laurea accelerata in storia del mondo fantastico di turno, né quelle con malcelati contenuti politici, o quelle troppo vacue e prive di sostanza.
Alla mia schizzinosità si aggiunse poi la mancanza di tempo; iscrittami all’università passai ad altro genere di letture, scoprendo così il mondo dei saggi, scevri di fantasia ma dotati di contenuto, utili e memorabili.
Ma in fondo al cuore, desideravo disperatamente tornare al fantasy e Walter Moers fu la perfetta risposta alla mia domanda. Finiti quei libri, tuttavia, mi ritrovai al punto di partenza: cos’altro leggere?
La risposta mi venne da un ambito a cui mai mi sarei sognata di rivolgerla: le serie manga, animate e videoludiche provenienti dal Giappone. Mi ero accostata ad esse per puro caso, divennero i miei hobby e mi spinsero a informarmi sul Paese del Sol Levante e la sua cultura. Appresi così che il Giappone ha un floridissimo mercato editoriale e pubblica le proprie storie in molte forme, non solo in quella cartacea o animata. Una di queste forme è la pubblicazione cartacea e/o digitale di romanzi scritti online da autori giapponesi spesso indipendenti; tradotti in inglese, questi romanzi prendono il nome di light novels. Non è infrequente che queste storie siano riadattate in serie animate o manga, ma a spingermi a leggerle è stata innanzitutto l’estrema varietà dei generi. Ce n’è per tutti i gusti e le età e non poteva mancare il fantasy; un suo sottogenere, l’isekai, catturò la mia attenzione. Protagonisti catapultati (o reincarnati con i ricordi della vita sulla Terra) in mondi fantasy pieni di magia, misteri e creature straordinarie? Mi suonò come una premessa nuova e intrigante e sebbene non tutte le storie di questo genere siano capolavori (come tutti i generi l’isekai ha i suoi cliché e punti deboli) non è difficile trovarne di buone. Iniziai così a leggere light novels e non mi sono ancora fermata.
Sapevate della loro esistenza? Sono riuscita a incuriosirvi? Fatemelo sapere nei commenti!
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