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Io e i fiori del male

I fiori del male è il titolo della raccolta di poesie più famosa di Baudelaire; per il bicentenario della sua nascita, vi parlerò dei miei rapporti con questo gigante della letteratura

Il mio primo incontro con Baudelaire risale ai banchi di scuola, mentre ero impegnata nell’attività che mi avrebbe fatta innamorare di lui, della letteratura e della cultura: non le lezioni, ma scorrere le pagine dei libri di italiano sperando contenessero autori o brani interessanti per non addormentarmi dalla noia.

La mia insegnante dei miei primi due anni era una persona straordinaria, durissima ma giusta, mai favoritismi, né sconti sulla minima sbavatura. Devo a lei e al terrore che incuteva se ho imparato a ridurre al minimo gli errori di grammatica.

Per il resto dei tre anni di classico invece ebbi una professoressa fermamente convinta che l’epicentro della cultura mondiale, no, anzi, della Storia dell’intera umanità, passato, presente e futuro, il centro dell’universo stesso fosse Matilde di Canossa. Letteratura medievale? L’epoca di Matilde di Canossa. Il periodo tra Seicento e Ottocento? Figlio delle innovazioni di Matilde di Canossa. Età contemporanea? Matilde di Canossa è sempre attuale. Perché parlare d’altro?

Ero in questo stato d’animo annoiato ed esasperato quando mi imbattei per la prima volta in versi che descrivevano perfettamente ciò che provavo, unito a una vena di tedio esistenziale che tutti proviamo almeno una volta nella vita. Era una descrizione vivida, tradotta in immagini comprensibili e vicine, non astratte né volgari né banali, ben costruite e vibranti senza che fossero buttate in faccia al lettore con la delicatezza dei pesci marci lanciati da Ordinalfabetix (il pescivendolo del villaggio di Asterix) durante le risse tra compaesani.

Sì, non sono un’estimatrice di Bukowski o di quel tipo di poetare che rovista nel marcio nel tono più asciutto e/o denunciante/indignato possibile. Gusti personali che non intendo imporre a nessuno, ma tornando a quei versi, ne rimasi profondamente colpita e andai a informarmi su chi ne fosse l’autore. Conobbi così Charles Baudelaire, nato da una ricca famiglia che, scandalizzata dalla sua condotta, lo diseredò, costringendolo a una vita difficile di debiti e salti mortali. La pubblicazione dei Fiori del male fu motivo di scandalo per l’intera Francia e la raccolta venne censurata a più riprese.

A dispetto dell’immagine di cinico odiatore dell’umanità tramandata dai suoi contemporanei e posteri, si trattava di una persona intelligente e acutamente sensibile: nelle prime poesie della raccolta in questione si respira una nostalgia per il sacro mai completamente rinnegata da quelle successive (più o meno). Alcuni temi suonano freschi e moderni.

I fiori del male non sono una lettura facile e parlo per esperienza; mi sono ritrovata con lo stomaco in subbuglio e le lacrime agli occhi più di una volta, ma posso dire che ne è valsa la pena.

L’ho portato all’esame di maturità ed è una scelta di cui non mi sono pentita.

E voi? Che rapporti avete con questo gigante della letteratura moderna? Vi piace, gli preferite altri poeti o ve lo ricordate a stento dai tempi della scuola? Leggete poesia o prosa? Fatemelo sapere nei commenti e continuate a seguirmi!

 

 

 

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