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Fiabe

Le fiabe sono considerate per bambini, ma c’è chi continua ad amarle e collezionarle anche da adulto. Qualche pensiero in merito.

 

Che siano firmate da famosi romanzieri, anonime o rielaborate, è un errore considerarle sempre e soltanto per bambini.

In origine erano racconti intorno al fuoco per un pubblico dalle età differenti; bambini, adulti, ma anche vecchi appartenenti a una stessa famiglia/ zona/ clan. In quanto tali, erano intrisi dei valori, timori, conoscenze e retroterra mentali e culturali di chi abitava da quelle parti– di qui la presenza di alcuni elementi che suonano (e sono) discutibili o profondamente ingiusti per la nostra sensibilità odierna.

È il caso di scene che sarebbero immediatamente censurate se qualcuno fosse così pazzo da adattarle fedelmente per lo schermo (difatti Walt Disney è tuttora criticato da alcuni per aver reso troppo innocue e infantili le storie di partenza). Occhi e mani mozzate che poi tornano a posto, omicidi e tentati omicidi, risurrezioni… non esattamente innocui racconti per la buonanotte.

Nonostante ciò hanno un impatto psicologico positivo per i bambini e nascondono significati non evidenti a una lettura superficiale, come argomenta con successo e semplicità Bruno Bettelheim nel suo libro Il mondo incantato – Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe. Questo volume difende a spada tratta l’utilità della pratica di leggere ai bambini le fiabe tradizionali, essendo quelle moderne meno efficaci e talvolta contradditorie.

Ma sapevate che le fiabe sono buone e utili anche per gli adulti? Personalmente lo sospettavo e ne ho trovato conferma in Guarire con una fiaba – usare l’immaginario per curarsi, opera di Paola Santagostino, una psicoterapeuta che parla di come le fiabe possano favorire la guarigione dei suoi pazienti, bambini e adulti.

La psicoanalisi non è una scienza esatta, ma è un modo di interpretare le fiabe che suona molto più veritiero del prendere tutto alla lettera.

C’è chi accusa quelle tradizionali di essere sessiste, ma a mio avviso ciò avviene perché se ne dimenticano tante altre in cui le principesse sono protagoniste coraggiose e intelligenti, capaci di trarre d’impaccio sé stesse e la controparte maschile – che a volte si ritrova nella stessa situazione della Bella addormentata. Le principesse delle Fiabe italiane di Italo Calvino (la migliore raccolta di fiabe sulla faccia della Terra e non mi farete cambiare idea facilmente) non sono caricature passive mezze sceme, ma donne talora bisognose di un aiuto esterno per uscire da una situazione negativa, talora perfettamente in grado di salvare sé stesse e altri.

Nessuno è perfetto, a tutti può capitare di dover chiedere aiuto per salvarsi e nessuno dovrebbe vergognarsene.

Ci sono poi fiabe moderne e retelling dark che si discostano notevolmente dalla storia tradizionale, ma personalmente non ne vado matta.

Leggere fiabe tradizionali di altri popoli è anche un modo per imparare qualcosa di più di loro e/o noi stessi.

 

E voi? Fiabe tradizionali o moderne o leggerete altro? Fatemelo sapere nei commenti e continuate a seguirmi!

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