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Roasting, ovvero sulla negatività

Roasting è una parola inglese che descrive una violenta stroncatura di una serie letteraria/televisiva/filmica. Parliamone.

Le critiche negative tendono per natura ad attirare l’attenzione molto più rispetto ai pareri positivi. Su Instagram e altrove è molto comune che chi legga un libro ne dia un parere positivo anche se non gli è piaciuto, o quantomeno che non calchi troppo la mano. È giusto: le critiche costruttive aiutano a crescere, ognuno ha gusti diversi ed è sacrosanto evitare polemiche inutili/rovinare completamente la sicurezza e l’autostima di scrittori che in certi casi sono alle prime armi, eppure in certi casi le recensioni negative possono piacere.

È capitato praticamente a tutti: esce qualcosa, che sia un libro, un film o altro, la critica si sgola a cantarne le lodi, guadagna catene montuose di soldi, il mondo ne impazzisce di gioia… ma a te non piace. I personaggi ti sembrano stereotipati, la trama con più buchi di una rete, o è un adattamento riuscito male… i motivi possono essere i più diversi, ma te proprio non piace. E ti senti strano, stupido e completamente solo in questa tua opinione. Poi, da qualche parte su internet, scopri che in realtà non sei solo e la tua opinione è condivisa da qualcuno che sviscera la storia in questione per dimostrare che no, non sei stupido, è la storia che è fatta male, ha questo e quel buco di trama… ed è una bella sensazione.

Non tutte le storie sono capolavori e nessuna di loro può essere esente da critiche (soprattutto se è uno dei diecimila reboot con poca personalità che è tanto facile incontrare). Il problema è che accanto a una legittima critica si può mescolare un’acrimonia ingiusta ed eccessiva nei confronti di chi ha creato il prodotto mediale, oppure le stesse critiche possono non convincere altre persone o essere oggettivamente false. In certi casi i recensori negativi diventano famosi e per restarlo si ritrovano costretti a “spulciare” e devastare altre serie e più in generale di alimentare uno spirito ipercritico tale per cui non va mai bene niente. Oppure il primo video/altro di critica diventa virale e a quel punto diventa una corsa a bersagliare di critiche velenose qualcosa che non sempre lo merita.

Possono andare storte molte cose, ma questo tipo di negatività continuerà a esistere e in certi casi a prenderci in pieno. In piccole dosi e con buonsenso – come le recensioni su amazon – una stroncatura può essere d’aiuto per capire se quella serie/libro/altro fa per te; magari viene fuori che un certo aspetto della storia reclamizzato nella copertina in realtà è quasi assente o che la premessa non viene mantenuta e perciò se ne eri incuriosito, è meglio evitare.

Del resto nessun libro o prodotto mediale di altra natura piacerà a ogni singola persona sulla Terra.

Cosa volevo dire? Da un lato di evitare di farsi (troppo) sangue cattivo, dall’altro che le recensioni negative sono un male che non sempre viene per nuocere e a volte può prenderci in pieno e aiutare chi scrive più di una lode.

Come qualcuno che cucina per la prima volta: è giusto essere gentili, ma se non viene corretto e aiutato a capire come e dove sbaglia gli sarà ancora più difficile migliorare.

E voi? Che ne pensate delle stroncature: servono, sono sempre un male o dipende dai casi? Fatemi sapere nei commenti e continuate a seguirmi!

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