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Letture sconvolgenti d’aprile

Le letture d’aprile mi hanno dato qualche gioia, ma anche spalancato abissi che avrei preferito ignorare.

 

Il primo libro che ho letto è stato Fuga, di Roberto Carretta, una raccolta di racconti/spunti piuttosto brevi legati a differenti brani musicali. Mini-biografie, cronache, leggende… piccole perle in parole. In teoria avrei dovuto ascoltare dei brani musicali, ma non l’ho fatto perché mi avrebbe distratta, quando leggo preferisco avere un po’ di silenzio intorno. Non saprei nemmeno come classificare questo libro, ma se si ama la forma del racconto breve e/o la musica, è un’ottima lettura.

 

Story or die, o racconti o sei fuori è esattamente il tipo di libro che conferisce a chi legge conoscenze di cui farebbe a meno. È il Necronomicon degli scrittori, promette dal titolo di essere un manuale di scrittura, ma non è come gli altri. Trama? Personaggi? Dialoghi? Costruzione del mondo? Non pervenuti, l’importante è saper manipolare le emozioni altrui per liberarli dei loro “falsi miti” e rendere il mondo un posto migliore.

Forse ti sarà capitato: incontri una persona di cui avevi sentito parlare, una conoscente di conoscenti che ti stringe la mano, è di buon umore e si mette a chiacchierare del più e del meno, ma mentre parla ti accorgi di quanto sia falsa e ipocrita. Sai, per esempio, da altre fonti che le cose non sono andate come le racconta, o che omette volutamente alcuni particolari, ma anche se così non fosse, non sei assolutamente d’accordo con le sue opinioni politiche. Vorresti che tagliasse corto per andartene, ma lei continua a parlare, dando per scontato che la pensiate allo stesso modo su tutto e continua a martellarti con le sue personalissime categorie sulla gente, il mondo e i massimi sistemi, e quando finalmente se ne va, sei colto da una sensazione di sollievo (finalmente se n’è andata) e di disturbo (oddio che razza di mostro). Leggere questo libro è stato incontrare quel tipo di persona per trecento pagine.

Sono rimasta così scossa che ho dovuto scrivere un articolo che ne parla in precedenza e mi permetto di riportare qualche brano:

“Questo libro mi ha insegnato che chi si occupa di marketing ti è (o almeno si crede) superiore intellettualmente e moralmente, fa ricerche in modo da penetrare nella tua testa, farne una succursale della propria, chiamare “falsi miti” tutto ciò che sei e stai facendo/comprando/pensando ora e quando ti ha manipolato in modo da spingerti a essere/ agire/comprare/ pensare come vuole, ecco che ti ha “liberato”, aiutandoti a essere “la versione di te migliore, più autentica e felice possibile”. E può darsi la pacca sulla spalla per aver reso il mondo un posto migliore, appoggiato e applaudito da chi li ingaggia e dalla cricca di mega-corporazioni così grandi da dettare legge ai governi, se non a membri dei governi stessi, sempre in cerca di sistemi per far votare noi elettori scemi nel modo giusto.”

“[questo libro] invita con grande insistenza a ignorare i fatti perché non contano nulla, contano solo le emozioni e come manipolare quelle altrui a nostro favore.”

“Ma il vero scopo di Story or die non è indagare su ciò [la scienza o la verità], bensì arrivare già da subito a questa conclusione: “siamo scimmie non evolute, macchine dominate dall’emozione e dagli ormoni/altre sostanze che ci rimbalzano nel cervello, non siamo liberi, ma ora che lo sai, siamo pronti a insegnarti i mezzi che ti serviranno per attivare e hackerare i cervelli altrui e spingerli ad agire/essere/ecc. come vuoi grazie al magico potere delle storie.”

“dopo centinaia di pagine a ripetere che le storie possono tutto e siamo solo scimmie sceme facilmente manipolabili, arriva a dire nell’ultima pagina “occhio che questo potere può essere usato male”. Ma va’??”

Oltre a questo, dà definizioni di cosa sia una storia che trovo false o quantomeno piuttosto discutibili, quindi non lo raccomanderei a chi cerca un aiuto nello scrivere.

 

Dopo questi orrori, Storie di fantasmi dell’antica Europa è stato una lettura quasi rassicurante. Lo stile grafico della copertina e delle illustrazioni interne è splendido. Apprezzo il tentativo di recuperare e contestualizzare vecchi racconti che rischiavano di scomparire, ma non tutti sono risultati memorabili o a me graditi. Nondimeno, alcuni sono piccole gemme nascoste, e se cercate un horror vecchio stile che sia anche un tuffo nella nostra Storia, è consigliatissimo.

 

La cruna dell’ego è un saggio che parla in termini negativi degli eccessi dell’individualismo con il linguaggio più forbito e lo stile più pesante che abbia subito visto da quando ho finito l’università. Ho letto saggi sulla teologia e una marea di altri argomenti, ma è raro per me incontrare uno stile così ermetico. Ho già detto che è stato pesante e che se fosse stato scritto in un italiano comprensibile lo avrei apprezzato di più? Ha degli spunti interessanti, ma scritto com’è non saprei a chi consigliarlo se non ai filosofi.

 

Il pollo di Marconi e altri 110 scherzi scientifici è ciò che sembra: un elenco di burle effettuate da scienziati e studiosi ai danni dei propri colleghi, dei creduloni e/o del sistema. È anche una piccola incursione nelle diverse discipline scientifiche e ciò mi ha reso difficile seguirlo in più di un punto. È pieno di curiosità anche sulla Storia e il metodo scientifico, ma alla lunga mi è venuto a noia e non posso fare a meno di pensare che un pubblico di specialisti lo avrebbe compreso e amato di più.

 

L’undicesimo volume di Black Summoner rimane in linea coi precedenti: azione, misteri, combattimenti folli, abilità mirabolanti e situazioni assurde. Ci ho messo un po’ a finirlo, ma resta una serie che amo e ho tutta l’intenzione di proseguire. La stra-consiglio a chi, oltre a conoscere l’inglese, ama l’azione ma non gli psicodrammi e ha un minimo di tolleranza al cringe. Se un cartone animato si fondesse con un videogioco di ruolo e uno scrittore descrivesse il fenomeno, il risultato sarebbe questa serie che adoro. I personaggi non sono esattamente profondi o complessi, ma le scene d’azione e i segreti di quell’universo sono per me un motivo sufficiente per continuare a leggere.

 

Questo titolo spacca! L’arte della titolazione online a uso di giornalisti, blogger, marketer e copy writer è in un lungo elenco di ottimi consigli su come titolare ciò che viene messo online. È uno splendido manuale che mi ha aperto un mondo senza terrorizzarmi; ho letteralmente preso appunti, ma non li seguirò per i titoli dei libri perché hanno logiche diverse rispetto a quelle degli articoli. Lo consiglio a tutti.

 

Il centoquattresimo volume di One Piece è un capolavoro e non c’è molto che io possa aggiungere. Non posso credere che sia finalmente finito l’arco narrativo/guerresco più lungo di questa serie che adoro alla follia e merita tutto l’entusiasmo dei suoi tanti fan. Sono così tanto felice per gli abitanti di Wa, dopo tanti anni di ingiustizie, che non lo potete immaginare e le sorprese negli ultimi capitoli sono state uno shock in positivo. Mi sono venute le lacrime agli occhi ed è sempre più dura aspettare il prossimo.

 

Banished villainess è invece una tentazione a cui ho ceduto dopo averne trovato una traduzione inglese su Wattpad dall’originale coreano. Passo molto tempo su Pinterest e non è infrequente che lì trovi sinossi di storie che mi interessano ma non sempre sono disponibili in una lingua a me comprensibile, o un formato gradito. Tuttavia, in questo specifico caso, le condizioni erano favorevoli e la premessa intrigante: la fidanzata del principe di un regno magico viene bandita per reati che non è chiaro se abbia commesso. Il principe e i suoi scagnozzi decidono di spiarla tramite un pendente magico e scoprono che lei non è affatto come sembra.

Pensavo fosse uno di quei casi in cui la fanciulla in questione aveva orchestrato tutto per vivere come una persona comune, libera dagli obblighi della nobiltà anche a costo di lavorare o patire disagi, ma mi sbagliavo. Oh, se mi sbagliavo.

Spoiler: viene fuori che la cattiva della situazione è la donna per cui il principe aveva mollato la fidanzata e che quest’ultima, proprio dopo la condanna, aveva risvegliato i suoi ricordi di una vita precedente in Giappone e ha cambiato totalmente personalità. La vera cattiva si trasforma in una strega pronta a uccidere tutto il cast e resettare l’universo, ma i buoni riescono a fermarla. Se finora trama, esecuzione e personaggi non sono stati il massimo, da questo punto in poi, assieme alla qualità, il senso e la coerenza interna, si buttano tutti giù dalla finestra. Viene fuori che era tutto un complicatissimo piano del fratello minore del principe per salvare capra e cavoli, che c’è altra gente reincarnata dal Giappone e che nessuno dei personaggi principali si salva.

Il principe che ha ordinato l’esilio della protagonista è un pezzo di cacca. È comprensibile che sia arrabbiato con lei, dopo anni in cui lei lo trattava male, ma una volta che la leva di mezzo, dovrebbe bastargli. Invece no, non contento la spia per mesi in modo quasi voyeuristico, ordina a un suo sottoposto di provare a violarla, continua a odiarla ferocemente e a pensarne tutto il peggio … e poi, dopo il finale, si rende conto di amarla e che per essere felice deve provare a riconquistarla. No. Sai, no. No. Dovrei riempire questa pagina di “no” per trasmettere quanto abbia odiato questo sviluppo. I personaggi di questo tipo sono bastardi della peggior specie, ed esistono per essere buttati giù dal piedistallo e pestati come meritano; infatti, a un certo punto, perde il diritto di successione al trono in favore del fratello, ma non mi basta. Ha un livello di stupidità che non gli affiderei una busta della spesa, figurarsi un regno intero.

Tra i suoi scagnozzi c’è il fratello acquisito della protagonista, da lui odiata fino a desiderarne la morte e la deflorazione per motivi che in quest’ultima parte si svelano in realtà essere state azioni a suo beneficio. La tata che amava ed è stata allontanata? Viene fuori che faceva parte di un cartello della droga magica (non scherzo). Il padre che prendeva sempre le parti della sorella? In realtà è suo zio e ha fatto il possibile per allevarlo e il suo vero padre era un grosso imbecille, innamoratosi di una domestica che mise incinta, e che morì per una ragione stupidissima (guidare il carro in condizioni meteo avverse nonostante tutto il mondo l’avesse avvisato che era una pessima idea). La storia si chiude dicendo che troverà un modo per riconciliarsi con lei anche se non è facile. La fidanzata che voleva mollare in favore della cattiva? Viene fuori che ha sempre usato la magia per apparire noiosa e in realtà è bellissima, vuole sposarlo e difatti si sposeranno. Così, dal nulla.

Ce n’è anche un altro, di questi scagnozzi. Il modo più corretto per definirlo è “morto di foca”. Spasima per anni dietro alla moglie del fratello maggiore (che oltretutto è più vecchia di lui) e poi si innamora della cattiva. È imbelle, stupido, non ha hobby, non ha amici, non ci prova con gli studi né altro, l’unica cosa che lo caratterizza è l’essere morto di foca. Spasima, spasima tutto il tempo, dopodiché molla in modo brusco e discutibile la fidanzata, ma non appena quest’ultima si veste bene per il ballo e ride in sua presenza, ecco che si innamora di lei, ci finisce a letto e deve sposarla. Viene poi fuori che la fidanzata aveva fatto tutto ciò apposta per farlo innamorare e l’aveva drogato per portarselo a letto e costringerlo a sposarla. Finché lascerà fare tutto alla moglie saranno felici, o almeno così dice la storia; lascio a voi il giudizio su tutto ciò.

La protagonista? Fino alla battaglia finale è una brava ragazza per cui è facile fare il tifo, dopo diventa uno zerbino totale. Si prende la colpa di ogni singola cosa, comprese quelle su cui non ha avuto alcun controllo, si tratta come una pezza da piedi, si autopunisce, tratta tutti coi guanti compresa la cattiva ora redenta e il suo ex, obbedisce a qualunque richiesta e si innamora non ricambiata di un avventuriero. Non ce la posso fare. Va bene un personaggio femminile che commette errori, o non usa il mitragliatore per risolvere tutti i problemi, ma qui si esagera.

Gli unici personaggi decenti sono: il re (che si rende conto di tutto e sopporta segreti pesanti), il suo figlio minore (l’unico a cui ha passato il cervello), la fidanzata di quest’ultimo e il padre della protagonista. Solo questi. Il resto del cast poteva tranquillamente morire e avrei solo applaudito.

 

Promuovere e raccontare i libri online è un manuale molto utile che mi ha fatto capire che devo trovare una mia via personale per farmi conoscere, proprio come ho dovuto trovare il mio stile da scrittrice. Nonostante sia in piccola parte datato, resta pieno di informazioni utili.

 

Se il libro precedente fosse stato l’ultimo del mese, lo avrei concluso bene, invece no. Ho voluto provare un manga rosa, The fiancee of the wizard, che dalla trama sembrava carino: una donna si reincarna in un mondo di magia solo per scoprire di non poterla usare. Sarà l’amore il suo campo di battaglia?

Messa così sembra una commedia romantica in salsa fantasy e lo è, ma la qualità è davvero infima. Di protagoniste passive ne ho viste tante, ma nessuna ha meno personalità di questa. Alcune di queste protagoniste sono “passive” per un buon motivo: non hanno la forza fisica/il potere necessario per uscire dalla situazione non facile in cui si trovano e fare la voce grossa peggiorerebbe le cose, altre, all’inizio della storia, possono avere problemi di carattere/salute mentale che le impediscono di trovare il coraggio necessario a farsi valere, ma questa protagonista non ha scuse.

Appartiene a una famiglia di nobili che le vuole bene e la protegge, un giorno incontra un giovane e potente mago adottato dallo zio (per salvarlo dagli abusi della famiglia d’origine), diventano amici, lui la ferisce per errore, prevenendole di cercare un promesso sposo per via della ferita, dopodiché va nell’accademia dei maghi per diventare il più forte ed essere degno di sposarla.

Finora niente di che, a parte qualche nota: primo, l’unica cosa a cui sono servite le vecchie memorie di lei è farle esclamare “che bello, qualcuno coi capelli neri” davanti al suo futuro sposo. Difatti, in quel mondo, più i capelli sono neri più il mago sarà forte, indi la gente coi capelli neri è molto temuta e lui, ovviamente, si sente aprire al cuore davanti a questa reazione.

Girare con una parrucca addosso no? Se le cose stanno così da millenni, esisteranno orfanotrofi o strutture in cui bambini coi capelli neri possano venire lasciati da famiglie che li temono perché siano allevati da altra gente mora e poi lavorino per il bene del regno, vero? (No) Se la sua famiglia di origine aveva così tanta paura di lui da tenerlo incatenato, perché non hanno chiamato il tizio prima, invece di farlo soffrire per anni?

Non ero nemmeno a metà e avevo già un sacco di domande.

Fatto sta che lui va un’accademia per maghi, scala i ranghi, passano gli anni e dopo sette, si rincontrano. Fiori adornano la pagina, cuori battono, si aprono le labbra …  e lui dice “ti ricordavo più bella, sei una delusione”.

Lo avrei preso a testate.

D’accordo, già da bambino se ne stava serio e silenzioso per tutto il tempo (una noia assoluta dal punto di vista del lettore) e dopo gli abusi in casa e i bulli in accademia, era comprensibile che non le dedicasse chissà che poema appassionato pronunciato da una lingua sciolta abituata a chiacchierare. Non me lo aspettavo, né lo pretendevo.

Ma questa uscita è stato il punto in cui ho capito di aver sprecato i soldi e la reazione di lei me lo ha solo confermato: ha sorriso e ha iniziato a parlare del tempo.

No.

Tu non ti prendi l’equivalente verbale di una sberla da parte di colui che dice di amarti e voler passare con te tutta la vita senza reagire. Gli urli addosso, o trovi un altro modo per far capire che ti ha ferita e se ti ama troverà il modo per farsi perdonare.

Qua no. Lei sorride, sospira e incassa. È tutta la sua personalità. Non ha hobby e ha passato questi sette anni ad aspettarlo e fare assolutamente niente in casa sua, alla facciaccia di Raperonzolo e Penelope. Le vengono anche i dubbi che lui la ami davvero: lei ha evitato di cercare altri mariti, mentre lui non le ha mai detto “ti amo”, né l’ha sposata nonostante entrambi stiano passando oltre l’età opportuna.

Da lettori vediamo il punto di vista di lui che si è mezzo pentito per l’uscita ma non sa come fare per rimediare, le parla e la vede a malapena… uno strazio. È una storia di seghe mentali, non d’amore.

Le ultime pagine promettono nuove avventure e guai con la principessa che teme che il re dei demoni torni dopo un millennio di pace, ma dovrebbero pagarmi per indurmi a continuare la serie.

 

Queste sono state le mie sconvolgenti letture d’aprile. A parte qualche manuale utile e piacevoli sorprese, il grosso dei libri che ho letto questo mese è stato tremendo. E voi? Qual è il libro migliore e peggiore che avete letto ad aprile? Fatemeli sapere!

 

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