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Top 10 personaggi più stupidi

Top 10 personaggi più stupidi

 

Questa top 10 è dedicata ai personaggi più stupidi e irritanti che ho incontrato nelle mie letture, nella (temo vana) speranza di non incontrarne altri.

 

Ci sono personaggi che compiono azioni oggettivamente stupide e controproducenti, ma non per questo sono odiati dai lettori. Magari sono il cuore di una commedia, o agiscono in un certo modo perché ignoranti, per via delle loro circostanze, del loro carattere, della loro giovane età, o altre ragioni più che legittime.

NON è il caso di questo articolo. Quelli che passeremo in esame sono personaggi adulti che pur avendo tutte le informazioni, carattere, educazione e posizione giuste per prendere la decisione migliore – o quantomeno una sensata – finiscono per compiere enormi stupidaggini.

 

In 10° posizione c’è un personaggio di Hellmode, un litRPG d’azione in cui il protagonista Allen ha l’enorme compito di sconfiggere l’armata dei demoni e salvare l’umanità. Durante la sua quest per diventare più forte e reclutare alleati, incontra Palomas, un giovane mercante col potere di individuare il prezzo giusto per qualsiasi articolo. Palomas suda settecento camice per fondare un suo impero commerciale; non per avidità, ma per amore. Difatti, egli si è innamorato di Fiona, figlia di un potente commerciante che le concederà la sua mano solo se Palomas avrà avviato un’attività abbastanza remunerativa. Diventato un mercante ricco a sua volta, Palomas si ripresenta all’uomo che le concede la figlia in sposa … peccato che Fiona non ne voglia sapere. Dichiara apertamente che Palomas le fa schifo e vuole solo uomini forti. Palomas contro-dichiara che diventerà forte, e inizia a sudare settemila camicie per irrobustire il suo impero commerciale e il suo stesso corpo.

Da questo incontro passano più di sette volumi. Davo per scontato che il padre di Fiona, al vedere Palomas diventare uno dei più ricchi al mondo, avesse trovato il modo di imporre alla figlia di prenderselo come marito. Oppure, se non ci riusciva, ad ammettere a Palomas l’impossibilità del compito, e versargli un indennizzo per averlo involontariamente ingannato, o trovato un modo per allearsi commercialmente a lui.

Fatto sta che Palomas, Fiona e il padre di lei si reincontrano dopo che lui ha fatto l’impossibile e anche di più. Il risultato è ancora più disastroso: Fiona aborre Palomas manco lui le avesse sterminato la famiglia, è a un passo dallo sputargli in faccia, e anziché fare la cosa sensata di rifiutarlo e basta, lei lo spedisce in missioni suicide sperando che ci muoia. Non lo nasconde neanche.

Ma perché?! È pura crudeltà gratuita! Se non lo vuoi, rifiutalo in chiari termini, digli che non lo prenderesti nemmeno se sconfiggesse un drago a mani nude, mica dirgli “mi fai schifo, spero che tu muoia uccidendo un drago a mani nude o qualcosa di ancora più impossibile e doloroso giusto perché te lo chiedo io!” (ho parafrasato, ma non di molto).

Fiona è una persona malvagia e orribile e purtroppo Palomas ne è cotto. Ma la persona stupida in questa classifica è il padre di lei, che assiste a questi incontri disastrosi e non fa nulla per fermare la figlia, né indurla a essere corretta con Palomas, o trovare un altro modo per mettersi in tasca i soldi di lui. Che babbeo.

 

In 9° posizione ci sono i cattivi di Seadevil. Il protagonista Clay ha combinato non poche stupidaggini, ma l’ho esentato da questa top 10 perché ha la scusante di essere un giovane adulto impulsivo. Quelli che non hanno scuse sono i cattivi: scoprono un modo per ingigantire e modificare geneticamente le creature marine usando un meteorite e lo usano per creare mostri giganti. Potevano usarlo su tonni e salmoni e risolvere il problema degli allevamenti intensivi a beneficio dell’ambiente e farsi trilioni di dollari e usare gli ambientalisti e giornalisti come polizia personale, invece no. Mostri. Perché i missili hanno smesso di esistere, a quanto pare. Chi non preferirebbe mandare a quel paese una grossissima fetta dell’economia mondiale usando un mostro incontrollabile, anziché premere un pulsante e basta?

Senza contare che a ogni uso il meteorite si consuma; se lo usavano su tonni e altri pesci richiesti potevano comunque continuare a dominare il mondo dalle loro montagne di denaro, invece così, a roccia finita, saranno costretti a usare tortura e altri mezzi orrendi per trovare la dottoressa scomparsa che potrebbe saperne qualcosa. Un corso d’azione piuttosto stupido, senza il quale la trama non sarebbe mai nata.

Un fattore di irritazione che si aggiunge a molti altri e mi ha indotta a detestare il libro.

 

Le posizioni 8, 7, 6, 5 e 4 sono occupate dai vari membri del cast di The villainess is dead! Rispettivamente: Leonardo (il nuovo fidanzato della protagonista), Delphine (la vera bastarda), la protagonista Westalia, il suo ex Felix e il re padre di lui.

Westalia fu condannata a morte con un’accusa falsa e la sua morte doveva avvenire per veleno, ma Felix riuscì a procurarle l’antidoto. Westalia cadde così in stato di morte apparente, venne sepolta con ricchi gioielli nella bara e si riebbe mentre un ladro di gioielli l’aveva dissotterrata. Westalia lo mette ko grazie a una mini-siringa di sonnifero nascosta nel suo anello e fugge dal regno. Il suo scopo è diventare imperatrice di un altro regno, dove il processo per diventare tale è aperto a tutte.

Il primo capitolo è passato a sottolineare quanto Westalia sia furiosa per quanto è successo e come non abbia alcuno scrupolo pur di realizzare il suo sogno di regnare – che ha piantato nella testa da sempre, perché ha passato la sua vita nella torre a ricevere una dura educazione e mille angherie nella speranza di diventare regina.

 

Leonardo, in 8° posizione, è il principe destinato a sposare la vincitrice del concorso da imperatrice. Incontra Westalia mentre lei sgattaiola illegalmente nel suo regno prendendola anche in braccio e lei – non riconoscendolo come il principe – lo mette fuori combattimento con uno dei suoi veleni paralizzanti. Non contenta, gli frega gli orecchini, un oggetto che gli serve per la sua futura incoronazione e le cerimonie reali. Leonardo potrebbe finire nei guai e così pure la monarchia e la stabilità del regno; di conseguenza, spende giorni e giorni a vagare per il regno nella speranza di beccarla e riprendersi gli orecchini.

Ma nel momento in cui si rende conto che Westalia è la sua cotta infantile – anche se il carattere è molto diverso da un tempo – chi si ricorda più degli orecchini? Ma no flirta pure con lei, permettile di tenere gli orecchini per tutto il tempo, vai pure a bere con lei, permettile di vomitarti addosso dopo che Westalia ha bevuto troppo, riportala a casa svenuta e non sognarti di riprenderti gli orecchini mentre lei è ko, non favorirla davanti all’imperatore tuo padre anche se ne sei cotto senza speranza e lei ha tutti i numeri per il posto …

Capisco gli ormoni e l’età, ma questo è un giovane uomo che ha avuto una rigorosa educazione e addestramento nobiliare E militare, ha testa, ha i piedi per terra e insiste più volte sull’importanza degli orecchini. Poi riconosce Westalia, e il suo cervello finisce nel lavandino (e il plot point degli orecchini a quel paese, per poi tornare nelle ultime pagine e senza conseguenze perché pure l’autore se n’era scordato).

Il riconoscimento Westalia-Leonardo avviene nel modo più fuffoso, noioso e senza conseguenze che si possa immaginare.

Li vuoi o non li vuoi questi orecchini? Vuoi portarti sotto le lenzuola e la corona Westalia, o no perché preferisci rimanere ligio alle leggi del tuo paese anche se potrebbero sfavorirla? Decidi un corso d’azione e seguilo, anziché cambiare bandiera e comportamenti a ogni capitolo!

Leonardo si comporta in modo incoerente e stupido, è poco più di un pacco con scritto sopra “nuovo premio e interesse amoroso per l’eroina”, e quel poco di più di caratterizzazione lo spende per diventare/essere stupido.

 

Al 7° posto c’è Delphine, l’ex-regina che ha fatto condannare a morte Westalia perché voleva che il principe del regno – che non è suo figlio – sposasse sua figlia anziché Westalia. Non è in questa classifica per questo, bensì per come ha reagito quando il regno fu colpito da un’epidemia: il blocco delle frontiere commerciali per costringere la gente a comprare (le sue) pozioni tendenzialmente inefficaci a prezzi alti.

No.

Dall’alto della mia conoscenza di Storia medievale, posso dirvi che la situazione dei contadini era piuttosto difficile, ma nemmeno il più crudele e prepotente dei signorotti aveva interesse a lasciarli crepare tutti! Poi chi li coltivava i campi, chi creava ricchezza, chi creava e raffinava il cibo, chi teneva dietro ai fiumi per evitare allagamenti? I nobili si credevano superiori a chi non lo era, ma non per questo sognavano di sterminare tutti gli altri.

È un corso d’azione completamente irrazionale. Aveva molto più senso favorire lo sviluppo e distribuzione dell’antidoto per poi usare il senso di gratitudine come leva per il potere, o magari rifiutarsi di distribuirlo a chi le si opponeva.

Quando Westalia e Felix la citano in giudizio, trovano un sacco di testimoni a queste e molte altre delle sue nefandezze, testimoni vivi e vegeti che hanno una miriade di tracce e prove. Delphine era così stupida da pensare di farla franca e lasciare un trilione di indizi in giro. Non era nemmeno così popolare, se è bastato un richiamo e/o un compenso in denaro per convincere i testimoni a parlare. Per essere una cattiva che era stata descritta come crudele, intelligentissima e inarrestabile per i tre quarti del libro, non ci è voluto poi molto per farla colare a picco e condannare a morte. Uno spreco di spazio su ebook.

 

In 6° posizione c’è Westalia. Il primo capitolo è passato a ripetere quanto lei sia intelligente e badass; il resto del libro prende questo concept, lo butta nello sciacquone e tira l’acqua.

Le sue azioni sono: fuggire dal regno di notte, comprare una schiava forzuta da usare come guardia del corpo, infiltrarsi nel regno nuovo (ma guarda a caso scivola e se Leonardo non c’era a prenderla in braccio si sfracellava col suo gran cervello, gli frega gli orecchini …) e poi, per bendare la ferita di un bambino incontrato a caso per strada, usa il fazzoletto ricamato che doveva presentare come prova nel processo di selezione a imperatrice.

Perché?? Donna senza scrupoli dei miei stivali! Erano nel bel mezzo della città, non c’era una fontana pulita a cui sciacquare la ferita, un fazzoletto, un altro pezzo di tessuto? E poi questa azione così cringe e insensata resta senza conseguenze, perché il bambino si rende conto che il fazzoletto era importante, corre a portarlo al palazzo giusto, lo fa lavare e Westalia è ancora in gara. Comodo. Non era ferito in modo così grave, se è riuscito a superare correndo una carrozza. E che colpo di fortuna che a guidare il processo di selezione ci fosse proprio una nobile incontrata e aiutata a caso cento pagine prima.

Westalia non è una protagonista, è un ammasso di plastilina scolpito da chiunque e qualunque cosa abbia intorno. La sua conoscenza/ossessione per i veleni? È nata da un’osservazione a caso di Leonardo quando si sono incontrati da bambini per la prima volta. L’antidoto? Gliel’ha procurato Felix. Rischia di morire? Compare l’uomo perfetto a prenderla in braccio e sopportarla anche quando lei gli sottrae un oggetto prezioso e gli vomita addosso. Stenta a capire come sopravvivere dopo che ha finito i soldi della vendita dei gioielli? Trova un lavoro a caso e le va tutto bene. Compie un’azione buona a caso che potrebbe mandare tutto in vacca? Non succede niente, anzi, la selezionatrice rimane impressionata dal suo buon cuore. Deve correre dei rischi in prima persona per trascinare Delphine in giudizio? Nessun rischio, bastano due parole e mille testimoni scoppiano a piangere e trovano il coraggio di denunciare Delphine con tutte le prove che servono. Non riesco a prenderla sul serio né come badass, né come protagonista moralmente buona, e nemmeno come essere umano.

È vero che le persone in carne e ossa e i personaggi possono essere grigi e contradditori, ma non fino a questo punto, non quando il primo capitolo, la quarta di copertina e il 40% delle azioni facevano presagire un’epica storia di vendetta. Tentare di capire il senso delle azioni di questo personaggio è la cosa peggiore che potevo fare alle mie cellule cerebrali, nemmeno le sessioni di scrolling notturno alle tre hanno un impatto così negativo.

Eppure, per quanto sembri impossibile, nel reparto stupidità c’è chi la supera.

 

Al 5° posto c’è Felix. Principe ereditario del regno d’origine di Westalia, la amava e le era stato destinato, ma a causa delle trame di Delphine il suo sogno d’amore si infrange. Delphine è estremamente potente e crudele, così tanto che Felix è posto sotto sorveglianza e non può agire come vorrebbe. Non l’ho messo in questa classifica perché non ha avuto il coraggio di ribellarsi e difendere Westalia davanti a tutti, ma per il metodo con cui ha l’ha “salvata”: le ha dato l’antidoto, l’ha vista cadere in uno stato di morte apparente e ha piazzato nella sua bara un sacco di gioielli sperando che nella notte un ladro passasse di là e aprisse la bara. E che Westalia usasse il suo anello per stordirlo e fuggire. E che potesse fuggire non vista, di notte, da sola, dal regno e raggiungere quello dove c’era la selezione per diventare imperatrice.

Sono un po’ troppe cose da lasciare al caso sperando per il meglio. Non poteva aprire personalmente la bara perché era sorvegliato, ma almeno un alleato esterno che gli ha procurato l’antidoto ce l’aveva. Perché non chiedere a questo alleato capace di sottrarsi alla sorveglianza di Delphine di aprire la bara per vedere se l’antidoto aveva funzionato, anziché rischiare di lasciar morire Westalia soffocata e sepolta viva? Perché non incaricarlo di farle da guardia da corpo, di condurla personalmente in un luogo sicuro, o magari da un medico? Perché?

Questo dettaglio mi sarebbe sfuggito, se il libro non lo avesse menzionato apertamente per bocca dello stesso Felix. Fino ad allora avevo creduto che fosse stata Westalia a procurarsi l’antidoto da sola, magari armeggiando tra le piante del suo vasto giardino; non è forse una cosa che farebbe una donna badass intelligente con le risorse giuste? Questa teoria spiegava anche perché nessuno fosse passato a controllare lo stato di salute di lei dopo la sepoltura; se Felix la credeva morta (ed era mentalmente sano) era più che naturale che non avesse pensato ad aprire la bara.

Invece no. Felix sapeva, ma non ha fatto niente per sincerarsi che la bara venisse aperta e Westalia non finisse sepolta viva. Perché? Perché se non pura stupidità?

Eppure, nonostante ciò, qualcuno dello stesso libro lo supera.

 

Difatti, al 4° posto della classifica c’è il re padre di Felix.

Per me è stata una colossale sorpresa scoprire che era ancora vivo: avevo capito che era morto e Delphine aveva preso il potere assoluto, governando come una regina vedova dal pugno di ferro.

Invece no: Delphine era sposata al precedente re, ed è “soltanto” una duchessa. Il potere politico era sempre rimasto nelle mani del padre di Felix.

Al che sorge spontanea una domanda: dov’è stato questo imbecille per i tre quarti del romanzo mentre Delphine faceva il bello e il cattivo tempo?? Era nel castello a grattarsi l’ombelico e quello che ha sotto? Parrebbe di sì, dato che dopo il processo che condanna a morte Delphine, se ne esce con “toh, che brutta persona, non me n’ero mai accorto”.

E nel frattempo ‘sta qua gli ha messo sottosopra il regno, peggiorato un’epidemia, ammazzato un sacco di gente, sparso veleni e corruzione ovunque, messo sotto sorveglianza il suo stesso figlio e anche altra roba. Quanto prosciutto aveva sugli occhi, cosa si era messo a fare per non notare niente?

Le persone con una media intelligenza, alla lunga, capiscono quando sono circondate da sicofanti che dicono una cosa per un’altra. Si vede che di intelligenza ‘sto qua non aveva tanta, e di conseguenza non poteva passarne al figlio.

 

La 3° posizione è occupata da Peep, lo spirito custode di Brigitte, la protagonista di What if the villainess and villain met and fell in love. Siccome lei apparteneva a una famiglia nobile famosa per avere degli spiriti di fuoco potenti, i genitori si aspettavano che alla cerimonia di assegnazione degli spiriti (a sette anni), Brigitte ne ricevesse uno forte. Invece gliene capita uno debolissimo – o almeno così sembra. Il padre reagisce bruciandole la mano, vomitandole addosso miliardi di insulti e richiudendola nel cottage del giardino, non sopportando di vivere sotto il suo stesso tetto. I suoi pari non reagiscono molto meglio, e per anni Brigitte ha il solo sostegno e conforto dei servitori, che le vogliono bene ma sono impotenti contro la furia del padrone. Passano anni, e Brigitte si ritrova intrappolata in una relazione tossica, derisa e isolata da tutti.

Poi incontra il love interest e le cose migliorano, non fosse che viene fuori – in realtà non senza troppa sorpresa – che lo spirito assegnatole è il più fortissimo di tutti.

Perché accidenti non le si è mostrato prima, risparmiandole anni di traumi infantili, isolamento e bullismo assortiti?! La scusa dell’autore è che Brigitte era troppo giovane per condividere il suo potere e Peep avrebbe rischiato di bruciarla viva, ma è una stupidaggine non supportata dal resto del libro: buona parte del cast ha al suo servizio spiriti potenti, e a nessuno di loro è capitata una cosa del genere. Anzi, in storie brevi incluse nel volume, si vedono gli spiriti che guardano con affetto i futuri padroni prima ancora di incontrarli, sbirciandoli da varchi dimensionali. Peep no, viene solo detto che dormicchia e non vede l’ora di incontrare Brigitte e affidarle i suoi poteri. L’idea di controllare se sta bene non gli passa neanche per la testa, ma i dolcetti che lei gli prepara per disperazione se li pappa comunque.

Discorsi su discorsi su quanto gli spiriti siano legati e affezionati ai loro umani. Poi c’è Peep.

Inizio a pensare che l’ex tossico non sia il peggio del peggio; è un bastardo, ma il suo orribile comportamento era concausato dal suo carattere, arroganza e circostanze.

Ma Peep che razza di scusa ha?!

Anche fingendo che la scusa dell’autore sia valida e Peep sia il più super speciale e potente di tutti gli spiriti per cui non valgono le regole degli altri, il suo posto nella classifica resta meritato: a un certo punto della storia, all’ultimo micro secondo, Peep finalmente si decide a mostrarsi e salva Brigitte. Il problema è che la storia continua, ma le cose utili che Peep fa per lei e la trama finiscono qui. Da allora Peep assume la forma di un pulcino puccioso e inutile che dorme nella tasca di Brigitte. Basta. Brigitte finisce nei guai molte altre volte; piange, è in difficoltà, rischia la pelle, ma Peep continua a dormire o cacciare le farfalle e fregarsene. La cosa peggiore è che Brigitte lo giustifica sempre: “ah, è uno spirito supremo speciale, ha le sue regole, io non sono degna di dirgli come vivere, se crepo è colpa mia che non sono abbastanza forte. Anche solo tenerlo con me è un grande onore, non posso pretendere che mi salvi anche la vita”.

In pratica è uscita da una relazione tossica con un umano per ritrovarsi in un’altra con uno spirito. Il vecchio detto che è molto meglio soli che male accompagnati mantiene sempre la sua validità.

Viene detto esplicitamente che tutti gli spiriti che si muovono nel mondo umano hanno un livello di intelligenza umana, soprattutto quelli potenti – eppure, per qualche motivo inspiegato, questa regola vale per tutti quanti gli spiriti tranne Peep, che ha l’intelligenza e altruismo di un neonato che pensa solo alla pappa e dormire. Il fastidio di vederlo ronfare mentre Brigitte passa per l’Inferno senza uno straccio di aiuto da parte sua è indescrivibile.

La mia personale interpretazione è che Peep abbia davvero intelligenza umana, ma preferisca comunque dormire e consideri normali le genuflessioni fisiche e mentali di Brigitte – e non c’è niente in tre libri che possa indurmi a credere il contrario.

Mi rendo conto che l’autore voleva scrivere una storia alla Cenerentola che parlasse indirettamente di chi impiega più tempo a svilupparsi e raggiungere il suo potenziale, ma ci sono modi molto migliori di riuscirci.

Peep è uno stupido spreco di spazio e di pazienza, ed è pure inutile perché tutto il lavoro lo fanno Brigitte e gli amici umani che si fa lungo la strada.

 

Il 2° posto spetta a Marietta, la protagonista di Midnight in Everwood, le cui azioni sono così stupide da avermi fatto passare la voglia di continuare il libro. Ha venti anni, il sogno di diventare ballerina e una famiglia che non glielo vuole permettere; non aiuta che viva nell’Inghilterra vittoriana, dove sessismo e classismo sono imperanti. Marietta prova a opporsi in maniera intelligente, non rinunciando allo scontro coi genitori, quando necessario, ma nemmeno al suo sogno. Tra sotterfugi, insoddisfazioni e strategia, finisce fidanzata a uno che non le ispira affatto e di colpo si ritrova catapultata in un mondo di magia dove scende la neve.

A questo punto, mi aspettavo che avrebbe trovato un lavoro e un alloggio in quella cittadina – dove le spiegano che non è l’unica viaggiatrice inter dimensionale a capitare da quelle parti. Solo in seguito, con più informazioni sul mondo, qualche soldo in tasca e più risorse Marietta sarebbe partita all’avventura vera e propria, magari per andare a salvare qualcuno, o trovare un modo per tornare a casa.

Invece no: Marietta decide che il corso d’azione più razionale è andare nella foresta vicina, di notte, disarmata, durante una tempesta di neve e ignorando gli avvertimenti che in quella foresta ci sono i lupi e altri mostri.

PERCHÉ?! Fino a quel momento, Marietta era un personaggio razionale, che razza di scusa può avere? Il viaggio le ha nuociuto alle cellule cerebrali?!

Con zero sorpresa del lettore, Marietta finisce nei guai, ma viene salvata da dei cavalieri in slitta. Lei reagisce con sdegno per via di un tratto caratteriale che (purtroppo) condivide con l’autrice: la misandria. Non condivido, ma posso trovarlo comprensibile in chi ha vissuto circostanze come quelle di Marietta; resta che non trovo giustificati l’irritazione e il senso di superiorità che dimostra nei confronti dei suoi salvatori. Uno di loro, più paziente degli altri, le dice che stanno andando al castello e la avverte di non ballare davanti al re e di non farsi notare assolutamente: il loro sovrano è un mago molto potente, ma non è una buona persona e non sarebbe la prima volta che rapisce una danzatrice e la costringe a fare cose che non vuole.

Per tutta risposta, appena arrivata, Marietta si esibisce nel numero di danza più complicato e coreografico che conosce, perché vuole essere libera di danzare e non vuole più permettere a un uomo di dirle cosa deve fare o no.

E così, con un plot twist assolutamente non prevedibile, Marietta finisce prigioniera del re, che può costringerla a danzare fino allo sfinimento – e ha fatto torti anche peggiori ad altre donne.

Il re non è giustificabile, ma nemmeno le azioni di Marietta, che reagisce alla prigionia dandone la colpa … al soldato che l’aveva avvertita e all’esistenza degli uomini in generale.

E io non ce l’ho potuta più fare. Posso provare empatia per personaggi in circostanze sfavorevoli, o che rimpiangono un errore passato, ma quelli che continuano a scavare la propria fossa e ne danno la colpa a tutti meno a che sé stessi sono una faccenda diversa.

A me piacciono i personaggi ben scritti, indipendentemente dal loro sesso e da quello di chi scrive; Marietta non è ben scritta, e nemmeno il resto del cast. Se l’intero romanzo doveva constare di azioni stupide, tirate misandriche e altri personaggi mal scritti, facevo meglio a mollarlo e così ho fatto.

È possibile che il resto del libro sia un capolavoro e Marietta riacquisti le cellule cerebrali evidentemente perse nel viaggio, ma ho motivo di dubitarne. Se le prime settanta pagine fanno schifo, è statisticamente piuttosto improbabile che quelle seguenti brillino.

 

E infine, al meritatissimo 1° posto, c’è Raymond della serie The oblivious saintess.

Immaginate questo scenario: vivete in un mondo dove la magia è reale, in un piccolo regno circondato da vicini molto forti. La diplomazia è d’obbligo, ed è qua che entrate in gioco voi, un capace ambasciatore che è anche la persona più ricca e nobile dopo il re. Il lavoro è lungo e impegnativo, ma necessario. Avete una moglie e una figlia di cinque anni chiamata Flora e le amate tantissimo, ma dopo avervi dato alla luce un’altra figlia, Carolina, vostra moglie si ammala e muore. Prima di ciò vi raccomanda Flora, che ha un’intelligenza brillante ma soffre molto sotto la maschera di perfezione che le impone l’alta società.

Cosa fate?

A – Vi prendete un periodo di pausa dal lavoro per riprendervi e consolare vostra figlia maggiore.

B – Anche se vi dispiace, non ve la sentite di assentarvi dal lavoro: faticate a trovare dei sostituti, e l’ultima cosa che volete è trovarvi lo squadrone di maghi specializzati in palle di fuoco dell’impero vicino nel giardino di casa. Però potete sempre contare su due eserciti di servitori: vi scegliete i membri più fidati e gli spiegate la situazione. Non volete che vostra figlia maggiore si senta sola in un momento così doloroso, così li spingete a farle da nonni/zii, in modo che Flora possa contare su qualcuno anche quando non siete in casa. Quando vi è possibile, controllate che vada tutto bene e vi prendete dei pomeriggi da passare con Flora e Carolina.

C – Consolare vostra figlia? Perché dovreste? Tanto Flora è molto matura per la sua età, tutti quegli avvertimenti che vostra moglie vi aveva fatto in lacrime sono solo esagerazioni. Certo che Flora non avrà alcun problema a superare il lutto della madre senza una sola spalla su cui piangere, non aveva pianto nemmeno al funerale! È proprio il segno che è matura e non ha alcun bisogno di voi, né per riprendersi, né per affrontare da sola tutte le sfaccettature e difficoltà della vita nell’alta società. Siete voi la persona più debole e il lavoro è proprio quello che ci vuole, non solo per il bene del regno ma anche il vostro, così penserete meno a vostra moglie.

Credo abbiate indovinato Cosa ha sCelto questo idiota.

La cosa più irritante è che l’ho scoperto nell’ultimo libro della serie, il quarto. All’inizio della storia Carolina (la protagonista) è sottoposta al bullismo a porte chiuse di Flora, che in pubblico la difende ma in privato la umilia. È così da quando Carolina ha memoria, e questa tortura mentale incessante le ha spinto l’autostima sotto le scarpe – non aiuta il suo carattere introverso che le rende sgradevole la vita dell’alta società. Gli altri nobili la deridono, e Carolina da per scontato che anche il padre la odi e scopre soltanto quando Raymond le riporta un ordine difficile del re che non è così.

A causa di uno sgarbo diplomatico, l’impero vicino chiede che una nobile si sposi col principe dell’impero e la scelta è ricaduta su Carolina. Lei ha paura, ma non ha altra scelta, ed è anche la sua unica chance per sfuggire al bullismo di Flora.

Raymond dice di amarla, ed è già un brutto segno che non si sia mai accorto dello stato mentale delle sue figlie. Ciò, tuttavia, era spiegabile con l’impegno richiestogli dal lavoro e dalla natura falsa e cattiva di Flora: per tre interi volumi, tutto induceva a pensare che Flora avesse “soltanto” un complesso di superiorità nei confronti della sorella e ottime doti attoriali.

È soltanto nell’ultimo libro che ho scoperto che non è così. Dopo vicende che non sto a raccontarvi, Carolina salva la vita a Flora, che la prende in malo modo: urla che odia Carolina e avrebbe preferito morire in pubblico traumatizzandola e raggiungere la madre. Sono passati più di dieci anni, ma Flora non ha mai processato la morte della madre; non è rimasta solo orfana di lei, ma anche dell’unica amica che aveva, dell’unica persona con cui poteva confidarsi ed essere sincera. Non è mai riuscita a trovarne un’altra, tutti si tenevano a rispettosa distanza, nessuno era mai passato a consolarla dal lutto. Le era rimasta solo quella maschera soffocante di perfezione che tanto piaceva agli adulti. In quella solitudine, Flora aveva solo una persona su cui rivalersi: la causa della morte della madre, Carolina. Gli insulti sull’aspetto di Carolina non erano parole cattive a caso, erano la spia di un dolore mai sopito.

Raymond sente le sue urla da dietro la porta e casca dal pero. I suoi pensieri sull’argomento sono quelli del punto C. Tenta invano di calmare Flora e se la riporta a casa, dove fa la cosa più sensibile: chiuderla in camera. I tentativi di parlarle da dietro la porta e mandarle messaggi scritti non vanno a buon fine. Arriva una festa equivalente al nostro Natale e Raymond dedica l’intera giornata … al dovere diplomatico. Perché nemmeno durante una festa poteva occuparsi degnamente di Carolina.

Non giustifico Carolina, sto solo passando in rassegna i motivi per cui il 1° posto di questa classifica spetta a Raymond.

Flora, nel frattempo, ha deciso che la cosa migliore è uccidere Carolina. Si procura una pistola, esce dalla stanza, corrompe una guardia, va in piazza ed è sul punto di sparare, quando realizza l’ovvio: Carolina somiglia alla madre, e la madre non tornerà. Scoppia a piangere, si ritira in un vicolo deserto ed è sul punto di sparare a sé stessa, ma Raymond la scopre e la ferma e solo allora riesce a farle un discorso sincero.

Davvero? Solo allora? Non nei giorni in cui era chiusa in stanza, non poteva riservarsi il Natale?

Ché poi ci sono numerosi indizi che spingono il lettore a credere che sia stata una delle guardie di Carolina ad avvertire Raymond, non lui ad accorgersi di lei.

È un rosa e alla fine va a finire tutto bene, ma resta che se Raymond fosse stato meno stupido, il 70% dei problemi della serie non sarebbero mai sorti. Non ci vuole chissà che genio di psicologia infantile a sapere che una bambina di cinque anni ha bisogno di essere consolata, davanti al lutto della madre. È un lutto orrendo a qualsiasi età, figuriamoci per l’infanzia.

E anche dopo, rimedia all’ultimo micro secondo, non prima.

La cosa più fastidiosa è che quando si dispera “ah, sono stato proprio un pessimo padre, misero me!” le figlie lo consolano. No, lasciatelo marinare almeno un attimo nel senso di colpa, è vero che come padre ha fatto un pessimo lavoro!

 

Ed eccoci alla fine della classifica. Mi piace scrivere recensioni e cerco di essere positiva, ma non mi era mai capitato di leggere di personaggi così stupidi a distanza di tempo così ravvicinata. Lo dovevo alla mia salute mentale. Spero solo di non avere peggiorato la vostra e avervi regalato un sorriso. Alla prossima!

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