Gli adattamenti anime delle light novel possono migliorarne le vendite, oppure svilirne le storie; l’ho constatato di persona in questi 5 casi. Se ti interessa capire quando l’anime migliora l’originale e quando rovina tutto, continua a leggere.
The Eminence in Shadow – quando l’anime salva la light novel
The Eminence in shadow è nato come light novel ormai anni fa, ma la versione anime è molto più recente e popolare. È un isekai che segue le avventure di Cid, un esaltato morto in modo stupido che si reincarna in un mondo fantasy, dove ottiene enormi poteri e può finalmente esaudire il suo più grande desiderio: fare il cosplay delle eminenze grigie che controllano tutto dalle ombre tipici delle storie di spionaggio e d’avventura. Solo che la lore che si inventa è vera, e lui è l’unico in tutto il pianeta a non rendersene conto. È una parodia con splendide scene d’azione che non si prende troppo sul serio … nell’anime.
Nel romanzo – avevo letto anni fa il primo volume – il lettore rimane sempre appiccicato al punto di vista di Cid. Pagine e pagine di puro delirio e megalomania pronunciate e vissute con la massima serietà. Ciò che è potenzialmente interessante del mondo e degli altri personaggi è descritto brevemente e solo dall’esterno, e sempre dal punto di vista di un pazzo vaneggiante.
L’anime rimedia al problema togliendo questo filtro fastidioso, aggiungendo splendide animazioni e dando più spazio agli altri personaggi.
Pro:
- Maggiore varietà nei punti di vista
- Azione ben animata
- Tono comico ben bilanciato
Contro (light novel):
- Monopunto di vista soffocante
- Umorismo che si perde nella megalomania
I Am an Evil Lord from an Intergalactic Empire – l’anime migliora, ma non basta
I am an evil lord from an intergalactic empire è un altro isekai con un protagonista OP convinto di una bizzarria che sia i fruitori della storia, sia il resto del mondo narrativo, sanno essere falsa. La differenza è che questo protagonista, dopo una vita difficile in cui aveva rigato dritto, giura di diventare un cattivone nella prossima vita. Suddetta prossima vita (anzi, un demone con pessime intenzioni), lo catapulta in un impero intergalattico e iper tecnologico, dove si ritrova capo assoluto di un pianeta. Vorrebbe vessare i sudditi, ma ci hanno già pensato i suoi pessimi genitori. Allora, con un po’ d’aiuto, inizia a rimettere in sesto l’economia del pianeta e del sistema solare con l’intenzione poi di tassare tutto al massimo.
Questo è solo l’inizio di una lunga serie di azioni che nella testa del protagonista sono malvagie, ma agli occhi di tutti gli altri, lettori compresi, sono buone.
L’ambientazione non è male, ma il problema è sempre lo stesso: il punto di vista. Molto spesso, il lettore è fissato su quello del protagonista esaltato che straparla e si prende completamente sul serio.
L’anime vi rimedia inserendo nuovi personaggi, dandovi più spazio e togliendo questo filtro.
Va anche detto che ho mollato la serie per un altro motivo: l’harem. Il protagonista può contare su un sexbot femminile e su un cavaliere di sesso femminile che gli giura lealtà assoluta in segno di gratitudine per averle restituito la libertà (e il suo corpo originale, violato da orribili esperimenti).
Pro:
- Ambientazione originale
- Satira efficace nel concetto
Contro:
- Punto di vista limitante
- Harem in arrivo, fanservice evitabile
The Do-Over Damsel Conquers the Dragon Emperor – una dinamica disturbante
The do-over damsel conquers the dragon emperor è un altro caso di anime migliore della light novel originale. Stavolta si tratta di un rosa, dove una soldatessa magica di soli sedici anni muore per volere del principe, il suo pessimo e incestuoso ex fidanzato. Quando riapre gli occhi, lei è tornata indietro nel tempo di cinque anni, con la famiglia ancora in vita e il fidanzamento ancora inesistente. Purtroppo il principe la punta di nuovo e lei, non volendo ripetere quell’errore, finisce per dichiararsi a una persona a caso della stanza: il principe magico e maledetto di un altro regno. È l’inizio di una lunga serie di avventure di loro due soli contro il mondo – il suo nuovo ragazzo è molto dolce e ingenuo, ma è odiato e temuto dai suoi sudditi per via dei suoi poteri particolari, e delle falsità messe in giro da nobili sleali.
L’anime lo fa sembrare un’epica storia d’azione con momenti rosa e di commedia.
Ma nella light novel, ignorare il disagio dovuto alla differenza di età è impossibile: lui ha diciannove anni, lei undici. Non succede niente di fisico, ma le continue allusioni del principe, le dichiarazioni d’amore intense e ripetute e il giocare alla casa mi hanno messa così a disagio che non sono riuscita a finire il primo volume. Un altro punto a sfavore della light novel è l’estrema sfortuna dei protagonisti: se qualcosa può andare storto, andrà orrendamente storto a ogni secondo. Il mondo narrativo è pieno di bastardi marci in un modo che Fantozzi levati proprio. In un’anime d’azione non è necessariamente un problema, ma in un romanzo mi è personalmente difficile sopportarlo.
Pro (anime):
- Tono più leggero e ritmato
- Riduzione del disagio percepito
Contro (light novel):
- Differenza d’età problematica
- Clima narrativo oppressivo
How a Realist Hero Rebuilt the Kingdom – una light novel a cui l’anime non rende giustizia
How a realist hero rebuilt the kingdom è un isekai che segue le vicende di Souma, un giapponese evocato in un mondo fantasy perché possa esserne l’eroe. Viene subito fuori che il talento di Souma non ha niente a che vedere con la magia o la spada; è invece un ottimo governante. Iniziano così le sue avventure per dipanare i casini politico-magici di quel paese, e poi del mondo.
Ci sono intrighi, azione, tanti personaggi ben sviluppati (e quelli che lo sono meno suonano comunque credibili e umani), grandi misteri che si svelano poco a poco e nessuna morte tra i personaggi principali. Ci sono anche momenti di disperazione, dubbio, gioia, tranquillità, amicizie … tutta la gamma delle emozioni. Non avrei mai creduto di trovare un’opera tagliata così su misura dei miei gusti personali. Ha il sapore di quelle storie epiche molto lunghe, ma senza il ritmo super serrato e il sangue a fiumi che spesso che le accompagnano.
Se dovessi suggerire un titolo da cui partire a leggere light novel, questo sarebbe tra i primi a venirmi in mente.
Detto ciò, non ne sono così innamorata da non riconoscere che questa storia ha dei difetti e l’anime li esagera alla massima potenza.
Avevo trovato lo stile delle immagini interne noioso e non rispondente all’opera – che ha sì momenti di calma e slice of life, ma anche dubbi e momenti dark. L’anime riprende proprio quello stile, dando subito un’impressione di mediocrità. No, non è una critica superficiale, in un medium visivo come l’anime, scegliere lo stile visivo sbagliato è già un tremendo passo falso.
Nei romanzi e nelle illustrazioni interne i personaggi femminili sono sessualizzati, ma non a livelli disumanizzanti e nemmeno tutti. Descritto il loro aspetto, la light novel passa alla loro personalità, motivazione, azioni … ma nell’anime i loro seni ballonzolanti al massimo e in ogni secondo possono distrarre un po’ dalla storia.
Caratterizzazione e sfumature psicologiche? L’anime le taglia, o le semplifica molto.
Anche l’aspetto dell’harem è gestito meglio nella light novel. È un fatto che i personaggi femminili più brillanti finiscono per sposare Souma per motivi di stabilità politica e specificità culturali del loro pianeta; nondimeno, il rapporto che viene a crearsi tra queste donzelle è di rispetto e aiuto reciproco, anziché bieca competizione o venerazione cieca nei confronti di Souma. A volte ci litigano, sono in disaccordo, continuano a vivere la loro vita e giocare un ruolo nella storia anche dopo il matrimonio, anziché finire in un cassetto, svanire, o fare solo da cheerleader sullo sfondo. L’anime non gestisce altrettanto bene questo aspetto.
Pro (light novel):
- Intrighi ben scritti
- Personaggi complessi
- Approccio maturo all’harem
Contro (anime):
- Estetica fuorviante
- Eccessivo fanservice
- Personaggi semplificati
She Professed Herself to Be the Pupil of the Wise Man – una saga fantasy rovinata dal fanservice
She professed herself to be the pupil of the wise man è un caso simile. È un ottimo isekai rovinato dal fatto che il suo adattamento anime ne pompa al massimo il più grande difetto: il fanservice di bassa lega.
La storia segue le vicende di un videogiocatore che si ritrova a vivere nel mondo videoludico in cui è uno dei più forti … nei panni dell’avatar femminile che aveva creato per scherzo. Si riunisce coi suoi amici e parte per una missione per radunare anche gli altri, in vista di una probabile guerra magica mondiale. Nel frattempo esplora un mondo tecno-magico con treni, spiriti, malvage organizzazioni, divinità, lore, segreti …
È diventata una delle mie saghe fantasy preferite. C’è un profondo senso di meraviglia e scoperta, urgenza e intelligenza nelle scene d’azione, i misteri, l’amicizia tra il protagonista e i suoi cari e tanto altro. Sarebbe un dieci perfetto, non fosse che per il fanservice. La differenza è che nelle light novel le (pessime) scene di fanservice non occupano più del 7-10% di spazio. Non è bello, ma non è molto; basta scorrere qualche pagina e la storia torna a essere carina.
Nell’anime, questi momenti sono esaltati e allungati fino a costituire più del 40% di spazio dei singoli episodi, ragion per cui non posso biasimare chi sconsiglia l’anime.
Un’altra nota non meno importante è che il 90% dei processi psicologici e della caratterizzazione è stato brutalmente tagliato, o è spiegato male. Ad esempio, quando il protagonista si risveglia nel mondo di gioco, è solo e confuso in una foresta. Riconosce che si tratta del gioco, ma è stordito e non capisce se stia sognando, sia davvero lì, o abbia ancora addosso il casco della realtà virtuale. Gli viene in mente di provare a masticare un ciuffo d’erba per scoprirlo: se è un sogno o ha addosso il casco, non sentirà il sapore. Lo sente, è orribile, sputa l’erba e inizia comprensibilmente ad andare nel panico. Non si è ancora nemmeno accorto di avere cambiato corpo.
È un corso d’azione un po’ stupido, ma ha perfettamente senso nel contesto ed è ben spiegato; quasi tutti, appena svegli, siamo un po’ storditi.
Nell’anime lo spettatore vede una ragazzina in biancheria masticare dell’erba a caso. È un’impressione diversa, e le prime impressioni contano.
Pro (light novel):
- Grande worldbuilding
- Mistero e scoperta
- Protagonista credibile
Contro (anime):
- Fanservice dominante
- Tagli alla psicologia dei personaggi
Conclusione – anche voi preferite le light novel?
Sono sicura che esistono infiniti altri casi in cui un’anime rovina un’opera o ne rimedia alcuni problemi, ma questi sono quelli che sono capitati a me personalmente. Di solito, preferisco le light novel o i manga agli adattamenti anime. Guardo quest’ultimo solo se la storia è originale, altrimenti vado dritta al materiale di partenza.
E voi? Vi è mai capitato di abbandonare una serie perché l’adattamento anime vi ha fatto storcere il naso? O viceversa, di appassionarvi grazie all’anime e poi scoprire che la light novel era tutta un’altra cosa? Scrivetemelo nei commenti.
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